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Ricominciamo (da Melbourne 2007)Leo Turrini - 16 marzo 2016

Could we start again? (Jesus Christ Superstar, 1973).

Un’altra esperienza speciale a Melbourne fu, per me, quella del 2007.

Per la prima volta dal 1992 iniziava una stagione senza Michael Schumacher ai box.

Per la prima volta dal 1996 la Ferrari non poteva contare sul suo Campionissimo.

Era una atmosfera insolita. Straniante.

Mi ricordo che arrivai in Australia la sera del 13 marzo, martedì.

Anni di routine svanivano all’improvviso.

Al giovedì non ci sarebbe stato l’incontro stampa con Schumi.

Non dirò che mi sentivo orfano, la cosa era stata comunicata con largo anticipo e inoltre lo scorrere del tempo appartiene alla natura delle cose.

Cambiano i protagonisti, cambiano le storie, cambia la Storia.

Ma c’era poco da fare. Nell’aria mancava qualcosa. Anzi, Qualcuno.

Quella lunga settimana coincise anche con il debutto di Kimi Raikkonen sulla Rossa.

Non starò a farla tanto lunga, perché almeno la memoria non può essere intaccata.

Hat trick, come piace dire ai puristi.

Pole position. Giro veloce in gara. Vittoria.

Naturalmente quelli che non avevano mai potuto sopportare Michael (e ce n’erano, ce n’erano!) si affrettarono a spiegare che evidentemente vincere corse con la Ferrari non era poi esercizio così arduo. Dicevano così e implicitamente spargevano il dubbio ‘anche’ sul Santo Bevitore.

Eh, vengono da molto lontano, i pregiudizi!

Ancora.

Quel 18 marzo 2007 vidi esordire in Formula Uno un certo Lewis Hamilton.

Lo conoscevo pochissimo.

L’anno prima mi ero accorto (credo fossimo in Ungheria) che proprio Schumi, alla fine di una gara di Gp2, era andato di pirsona pirsonalmente a cercare il ragazzo nero, per complimentarsi per la sua prestazione.

Mi ero informato presso colleghi inglesi e mi avevano raccontato la storia di Hamilton. Alcuni sostenevano fosse un predestinato. Altri asserivano che Dennis lo aveva messo in squadra, in McLaren, giusto per non creare fastidio a Fernando Alonso, che aveva scelto la squadra che era stata di Senna e di Prost per ampliare il suo curriculum, già arricchito da due titoli mondiali.

Per non sapere né leggere né scrivere, il sabato e la domenica mi misi a tenere d’occhio il Nero.

E saranno stati i koala.

E sarà stato il fuso orario che mi rintronava.

E saranno state le birre che mi scolavo sulla spiaggia di Santa Kilda o le bistecche di coccodrillo che ingurgitavo da Donovan, un piacevolissimo ristorantino.

Non lo so, però alla fine del Gran Premio, concluso da Lewis al terzo posto, dietro Kimi e Fernando, mi scappò scritto che forse la Formula Uno aveva trovato un nuovo asso.

Di sicuro quel week end a Melbourne del 2007 rimane indimenticabile.

Ps. Non starò a rammentare che in Australia ci fu il prologo della spy story che avvelenò poi l’intero campionato. Si coglievano strane vibrazioni nell’aria, tra McLaren e Ferrari c’era un clima molto pesante, ma chi poteva immaginare cosa bolliva in pentola? Eppure, viaggiavano le mail, di notte. Eravamo sull’orlo di un vulcano. E non lo sapevamo, noi innocenti innamorati di una emozione.