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Era d’estate, con VerstappenLeo Turrini - 24 maggio 2016

Parlavo con un coetaneo che fa l’insegnante del film su Pelè.

Lui mi ha sorpreso con una domanda in contropiede.

Questa.

Ma non pensi che se Verstappen vincesse di nuovo subito, a Montecarlo, per l’intera Formula Uno si tratterebbe di un botto di popolarità straordinaria?

E correttamente, da estraneo alle passioni dell’automobilismo, mi ha spiegato quanto i baby Fenomeni abbiano giovato all’ambiente che se li ritrovava in casa.

Pelè sedicenne per il calcio di fine anni Cinquanta, diventato moderno grazie alle sue giocate.

Ma anche Becker per il tennis, che fu clamorosamente rilanciato, in termini di appeal mediatico globale, dal successo di un minorenne tedesco a Wimbledon, nel 1985.

Ovviamente sono sicuro che riflessioni del genere non appartengono al diretto interessato. I Bambini d’Oro, giustamente, non ragionano in prospettiva. Si godono il presente.

Comunque, non c’è dubbio che se Verstappen concedesse il bis immediato, nel Principato, l’effetto moltiplicatore si scatenerebbe.

Lasciando sospese, per noi guardoni da circuito, domande intriganti.

Diamo per scontato il talento super del ragazzo. Lo dicono tutti e qualcosa ha già dimostrato.

Ma, sommessamente mi chiedo, anche solo venti anni fa un diciottenne sarebbe stato in grado di pilotare una monoposto da Gran Premio?

Per tacere degli anni Settanta e Ottanta!

Sono molto più semplici da ‘portare’ le auto da corsa oppure l’Olandesino è un unicum?

Se è, Verstappen, una rarità assoluta, come mai il prode Kvyat dichiara che anche lui avrebbe messo sotto tranquillamente Ricciardo, se solo gliene avessero lasciato il tempo?

E come gestirà la situazione, sin da Monaco, il citato Ricciardo?

Sono curioso di scorprire come andranno le cose, a Montecarlo.

Ps. OT, come scrivete voi. Se vi capita, andate a vedere ‘Era d’estate’, il film su una estate spesa forzatamente all’Asinara da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ne vale la pena, è meraviglioso.