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Una Rossa in pole (a Indy, forse)Leo Turrini - 27 maggio 2016

Era il 2008.

C’era una Ferrari in pole position.

Quella di Massa.

E un’altra Ferrari, quella di Kimi, completava la prima fila.

A Montecarlo.

Eravamo nel regno di ambrosia.

La transizione sembrava perfetta.

Schumi aveva smesso e Raikkonen aveva vinto il titolo al primo colpo.

Todt, dopo quasi 15 anni, era stato gentilmente invitato a progettare un futuro diverso (cosa che, fatti alla mano, è stato in gradi di realizzare con sua piena soddisfazione).

Domenicali era al timone e la Ferrari continuava a vincere.

Luca Colajanni, il ferocissimo pierre, dispensava cazziatoni a destra e a manca. Non infieriva nei miei confronti esclusivamente perché l’Inter aveva appena vinto uno scudetto.

Stava per finire tutto e non lo avevamo capito.

In effetti, con il senno di poi, con il pasticcio sulle termocoperte (o qualcosa del genere) a ridosso del via del Gp di Monaco, stava per esaurirsi un periodo leggendario.

Non starò qui a proporre indagini sulle cause del declino. Esistono innumerevoli teorie, come i tentativi di imitazione della Settimana Enigmistica.

Io so che molti interpreti di un declino che viene da lontano presumono di aver compreso tutto. Lo so che non hanno capito una beata mazza, ma tant’è.

Somos todos Caballeros.

Del resto, se siamo nel 2016 e da allora, 2008, una Ferrari non ha più firmato la pole nel Principato e dalla fine di quella stagione non si aggiudica un trofeo, uhm, è un po’ dura ricondurre le ansie e le delusioni del presente esclusivamente alla Ferrari, appunto, del presente.

Occhio, questo non è un alibi. E nemmeno è una consolazione.

Semplicemente, sarebbe il caso di smetterla con le analisi da bar sport.

Va bene.

Una Rossa in pole forse ci sarà a Indy, per la mitica 500 Miglia.

A Montecarlo, sommessamente, temo di dover escludere l’ipotesi, salvo miracoli.

Ps. Spazio sotto per chi volesse cimentarsi sul sabato del villaggio monegasco.