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Il ritorno del Re Nero. E in Ferrari…Leo Turrini - 29 maggio 2016

Lo scrivo subito così mi tolgo il pensiero.

Non posso difendere il mio idolo Kimi per la puttanata che ha distrutto subito la sua corsa.

Errore imperdonabile. Nonché munizioni gratuitamente fornite all’esercito dei suoi detrattori in servizio permanente effettivo. Ma se l’è cercata. Amen.

Il resto, che mica è mancia.

Hamilton è stato superbo. Soprattutto per quanto è rimasto in pista con le gomme full wet. Aveva addosso una disperata voglia di vincere, veniva da otto sconfitte consecutive, troppe per un numero uno.

Dopo di che, la corsa l’ha gettata in mare la Red Bull. In Ferrari ancora ci si ricorda della gomma mancata a Irvine una domenica al Nurburgring. Beh, a Ricciardo (formidabile) ne mancavano addirittura quattro. Direi che i Bibitari sono tornati in termini di prestazione assoluta e sono così contenti da aver anticipato il rinnovo con Renault per il 2017.

Ma hanno fatto una cappellata mostruosa. In linea con la prova di Verstappen, che tra sabato e domenica è andato a sbattere in stile scusate sono troppo giovane per questo mestiere. Gli servirà da lezione, mettiamola così.

Rosberg è stato penalizzato da difetti di macchina, era evidente che non aveva il mezzo per lottare con i migliori.

E adesso le dolenti note.

Anche la Force India di Perez davanti alla Ferrari.

Ci sono fatti che sono più forti di qualunque opinione.

Vettel ha fatto quanto poteva, alla fine ha detto di non essere stato all’altezza della situazione, penso sia stato troppo severo con se stesso.

Di sicuro a Maranello servirebbe lo spirito di Vincenzo Nibali, la capacità di credere che sia possibile ribaltare una situazione che sta determinando un clima di depressione diffusa.

E’ nelle difficoltà che si vede la qualità degli uomini. E’ una considerazione banale, ma credo necessaria.

L’altra cosa che voglio dire riguarda la gestione della partenza sotto la pioggia da parte degli organizzatori, insomma, sì, dei commissari, Charlie Whiting in testa.

A me venivano in mente Senna, Schumi, Bellof, insomma i grandi maestri di guida sul bagnato.

Mi ricordavo edizioni di Montecarlo con l’acqua e i Cavalieri del Rischio che il rischio lo governavano con il loro talento e il loro coraggio.

Naturalmente capisco la memoria fresca e tragica di Jules Bianchi. E qualche giorno fa mi sono espresso sulla azine giudiziaria avviata dalla famiglia del povero francese.

Ma a quel via dato così, senza che ci fosse un diluvio, ha trasmesso un senso di tristezza.