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Al telefono con Marchionne (e con Zoff)Leo Turrini - 31 maggio 2016

Mi ha telefonato Sergio Marchionne.

Nemmeno sotto tortura rivelerò cosa ci siamo detti. Del resto, lui ha fatto promessa analoga.

Inoltre, a me resta il dubbio che dall’altra parte ci fosse Crozza.

Posso invece raccontare il contenuto della conversazione con un altro gran signore che ha avuto il buon cuore di chiamarmi.

Dino Zoff.

Non spiegherò le virtù calcistiche del personaggio. Chi le ignora, vada su Google.

Per me Dino è come uno zio. Ama spaventosamente la Formula Uno.

E aveva qualcosa da dirmi.

In sintesi.

‘Scusa, ma io trovo assurdo che in giro ci sia qualcuno che osa mettere in discussione Vettel per le sue prestazioni! Va bene il tifo e il desiderio di veder vincere la Ferrari, ma non bisogna esagerare…

‘Seb sta facendo delle grandi cose per la Rossa, anche se a lui e a Kimi ancora non è stata data una monoposto vincente. Se nell’ambiente cominciate a dubitare di un campione così, allora forse è vero che il titolo di Raikkonen del 2007 diventerà un totem come quello di Scheckter nel 1979…’

‘So che è difficile e ci sono passato, perchè ti assicuro che nel calcio le pressioni sono persino più pesanti che nell’automobilismo. Ma se ne esce in un modo solo: dando fiducia a chi lavora bene, cambiando chi lavora male, rispettando chi crede in una causa’.

Caro, vecchio Dino. Una volta mi ha detto, lui monumento del calcio mondiale, che se avesse potuto scegliere avrebbe preferito fare il pilota di Formula Uno.

Se è vero che un uomo, alla fine, lo si giudica anche dalla qualità degli amici che ha, ohi, io sono messo benissimo.