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L’ingegner Mazzola e la crisi FerrariLeo Turrini - 5 settembre 2016

Con piacere ho notato che non pochi tra voi hanno sviluppato riflessioni non banali sulle cose dette dall’ingegnere Gigi Mazzola sul palcoscenico di Race Anatomy, il programma Sky orchestrato dal geniale Fabio Tavelli.
Debbo fare una premessa.
Non sopporto i cori russi, i troll, la musica finto rock, gli haters in Rete, la New wave italiani, i tifosi babbei, il free jazz punk inglese, chi pretende di insegnarmi il mestiere e nemmeno la nera africana.
E non sopporto gli Ex Ferrari dal dente avvelenato.
Ma per Gigi Mazzola (e pochi altri) faccio volentieri eccezione.
Conosco Gigione dal remoto 1989. Allora mi capito’ di scrivere che era il Rivera degli ingegneri.
Ho visto la sua crescita professionale a Maranello. Richiamarlo dopo una breve esperienza in Sauber fu una delle prime buone del Montezemolo presidente.
E mandarlo via in maniera brusca fu una delle brutte cose dell’ultimo Montezemolo, post era Schumi.
Per inciso, io ho sempre scritto, in tempo reale, adesso e’ troppo facile, ho sempre scritto, dicevo, di non aver compreso per quale ragione in Ferrari sia stato sprecato un patrimonio tecnico e umano di assoluta qualità.
Vale per Mazzola. Per Baldisserri. Per Aldo Costa. La Ferrari post Todt aveva in casa ottimi professionisti, magari non sempre in idilliaci rapporti tra loro, magari non sempre collocati al posto giusto. Ma erano bravi e avevano imparato all’ombra di autentici mostri sacri.
A scanso di equivoci, non fu colpa di Marchionne e di Arrivabene. Confondere il presente con la Storia e’ un giochino caro ai pavidi. Non qui, per fortuna.
Questa e’ la premessa.
Io penso che Mazzola colga perfettamente nel segno quando dice che in Ferrari e’ mancata e manca la capacità di concepire la monoposto come un ‘unicum’, un prodotto, passatemi il termine, che non va pensato come una somma di tanti particolari, bensì come un progetto globale.
E questa era la lezione di Ross Brawn.
Gigi ha ragione quando segnala che Marchionne sbaglia a proclamare che attualmente la differenza nei confronti di Mercedes e’ esclusivamente di natura aerodinamica.
Anche perché una affermazione del genere implicitamente va contro la logica di chi ha scelto Mattia Binotto, estrazione motori, come direttore tecnico!
Ps. L’unica cosa sulla quale my Brother Gigione fa cilecca e’ nella valutazione sui piloti, ma su questo approfondiremo, io e lui, prossimamente…