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La Malesia di Schumi, Alonso e VettelLeo Turrini - 26 settembre 2016

Alla Malesia sono legati tanti ricordi della mia vita da guardone dello sport.

Nel caso nostro, automobilistico.

Il 1999.

Non tornerò sulla storia dei deflettori Ferrari, la squalifica, l’appello, il processo, la riabilitazione. L’ho raccontata dozzine di volte in questa sede, di sicuro in quella settimana la Formula Uno toccò un apice di popolarità (non si parlava d’altro, nel Bel Paese!) mai più raggiunto.

Per dire, io stavo a Parigi per il verdetto Fia e Enrico Mentana al Tg5 fece uno speciale in diretta abbinando la sentenza sulle Rosse a quella su Giulio Andreotti accusato di mafia a Palermo.

Con il senno di poi, affettuosamente parlando da interista a interista, era roba da matti.

Ma il clima, fantastico per un fan di F1, quello era.

Comunque, il 1999 di Sepang mi resta nella memoria per un altro motivo.

Mai, secondo me, Michael Schumacher fu tanto grande come quella domenica.

Se non vi ricordate o avete la fortuna di essere giovani, andate a cercare il video di quella gara (nella quale il Campionissimo rientrava dopo il botto di Silverstone).

E’ qualcosa di unico.

Schumi lasciò la vittoria a Irvine ma ebbe ragione Todt a dire che aveva disputato la corsa migliore della sua pur fantasmagorica carriera.

Poi mi viene in mente il 2012.

Una Rossa in piena crisi ad avvio di stagione.

Un sabato da incubo.

La pioggia improvvisa la domenica.

La fortuna ben gestita da Alonso, che si inventò una vittoria spettacolare, destinata a cambiare il corso dell’annata (anche se l’epilogo fu amaro).

Fernando, come ‘racer’, bisogna lasciarlo stare.

E infine dodici mesi fa, anzi, qualche mese in più, allora a Sepang si correva a primavera.

L’impresa di Vettel.

Le lacrime di James Allison sul podio.

La sensazione che fosse cambiato il vento.

Purtroppo abbiamo imparato che non era così e la disillusione è stata dolorosa, molto dolorosa.

Alonso non vince un mondiale da dieci anni.

Spero che Seb, incolpevole com’è di un presente grigio, non vada incontro allo stesso destino.