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Vettel e il teatro dell’assurdoLeo Turrini - 31 ottobre 2016

Dovendo commentare in diretta Sky la stupefacente decisione dei commissari ai danni di Vettel e dovendo altresì riscrivere al volo per il giornale, beh, se non altro ho avuto un po’ più di tempo per riordinare le idee da esporre in questa sede.
Allora.
A gara appena conclusa, i commissari del Gp del Messico trovano inammissibile che il bimbo prodigio Verstappen abbia chiuso la gara davanti a Seb, grazie ad una manovra estrema. E dunque lo retrocedono alle spalle del tedesco (e di Ricciardo).
Alcune ore dopo, gli stessi commissari scoprono che Vettel non ha diritto di stare sul podio, men che meno davanti a Verstappen . Motivo: il ferrarista avrebbe ostacolato Ricciardo. E così Seb diventa quinto. Dietro Max!
C’è una logica in tutto questo?
Io dico di no. Anche perché la difesa di Vettel contro Ricciardo non mi era parsa oltre il limite.
Mi chiedo.
C’entra qualcosa l’inferno scatenato in presa diretta dai Bibitari? Con Verstappen che da’ dell’idiota e del frustrato a un quattro volte campione del mondo, perentoriamente invitato da un diciottenne a tornarsene a scuola (guida, suppongo) e con Ricciardo che accusa Seb di comportarsi esattamente alla maniera di Max (bum).
C’entra qualcosa il fatto che a Vettel fosse scappata una parolina non affettuosa nei confronti di Charlie Whiting in diretta via radio?
C’entra qualcosa il fatto che il potere Ferrari, sin dai tempi dell’ultimo Montezemolo, sia spaventosamente diminuito in sede Fia?
Oh, lo so. Parliamo giusto di un terzo posto. Quisquilie e pinzillacchere, avrebbe detto Toto’. E di sicuro l’episodio vale come conferma; questo e’ un anno assurdo, per chi tifa Ferrari.
Accadono cose  incomprensibili. Da teatro dell’assurdo.
Come diceva Eduardo De Filippo: a da passa’ a nuttata.
Infatti e’ quasi l’alba.
Meglio andare a dormire.