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10 cose da scoprire a Melbourne (pensando a Schumi)Leo Turrini - 22 marzo 2017

Mentre scrivo queste righe, in Australia è ormai l’alba, o quasi, della Vigilia.

Sono stato a Melbourne dal 1996 al 2012. Solo una volta non andai, per ragioni personali. E mi dispiacque, perché è una delle città che amo di più.

Inoltre io sono (qualcuno lo avrà ben capito!) uno sciagurato romantico. Non riesco a dimenticare che all’Albert Park vidi, nel 1996, la prima corsa di Michael Schumacher a bordo di una Ferrari. Avevo portato con me, a mò di auspicio, Goethe: ‘Le affinità elettive’.

Non mi ero sbagliato.

Adesso, la vita è diversa, ha le sue stagioni, quello che sto consumando è meravigliosa, per quanto finale. E ringrazio chi, scrivendo o leggendo, ha reso impressionanti i numeri di questo Clog. Sulla qualità dei miei contenuti giudicheranno altri, ci mancherebbe.

Ma per un troglodita digitale come me questo, sul serio, è un trionfo. Immeritato.

E adesso vediamo di fare un giochino che io sempre mi proponevo il giovedì mattina di Melbourne, quando camminavo su un ponte di barche dietro il paddock dell’Albert Park e guardavo il sole e pensavo a tutti i miei amici che non c‘erano più e un nodo mi serrava la gola, perché essere consapevoli di avere avuto fortuna è anche un inesplicabile elemento di tormento, non lo sapete?

Allora mi chiedevo: quali sono le dieci domande che vorresti trovassero risposta alla fine del primo week end della stagione?

Me lo chiedo anche stavolta.

  • LE REGOLE. Ne avete e ne abbiamo parlato per l’intero inverno. Ci saranno reclami sul sistema delle sospensioni o sui metodi di combustione olio-benzina? Oppure le lettere di Ferrari, Renault eccetera saranno sufficienti e i commissari Fia daranno preventivamente un verdetto che sgombri il terreno da qualunque equivoco?
  • LE GOMME. Sono belle larghe e va bene. Come incideranno sulle strategie di gara? Avremo davvero, come in tanti hanno ipotizzato, Gran Premi ad una sola sosta? Trenini dal via alla bandiera a scacchi? Hanno deciso di farmi ringiovanire, riportandomi all’alba degli anni Novanta?…
  • I SORPASSI. Vedi sopra e lasciamo stare la carnevalata del Drs. Ha ragione chi afferma che con monoposto così larghe mosse in attacco da parte di chi insegue saranno assolutamente impraticabili? Io mi fido dell’ingegner Dallara, che mi ha dato una versione del genere (a proposito: con Dallara, Forghieri e la 312 B della vittoria di Regazzoni a Monza presente in sala, il libro sul Drake a Parma lo presento il 4 aprile). Se non si sbaglia, chi cappero ha studiato le norme, in Fia? Hamilton che fa sempre la pole?…
  • LA FERRARI. Oh, lo so. Molti sono sicuri che io sia depositario di chissà quale segreto. Ringrazio per la stima, tutti tuttologi col web, coca dei popoli, eccetera. In realtà a me basta essere consapevole che, per la prima volta dopo molti anni, le indicazioni teoriche (simulatore, galleria del vento, banchi prova) combaciano con la risposta della pista. Ma questo è sufficiente per battere la Mercedes? I have no idea. E sono sincero.
  • LA MERCEDES. Mezzo putiferio per aver segnalato che a Barcellona i campioni del mondo avevano qualche guaio con la power unit. Ovviamente era tutto vero e se può interessare mi hanno poi riferito che hanno sistemato la cosa. Ma bluffavano, in Catalogna? Sono così furbi da fingere debolezze che non hanno? Tra sabato e domenica, l’inganno sarà svelato. Penso siano sempre i favoriti, vengono da 19 successi su 21 Gp, la pole praticamente sempre in esclusiva o quasi per tre anni. Se perdono, è clamoroso.
  • ROSBERG. Eh, non c’è. Ha scelto di chiamarsi fuori. La differenza la fa sempre la macchina e ci siamo. Ma quanto peserà su Mercedes non aver più un manico come Nico? Con Bottas funzionerà sempre allo stesso modo? Cioè su un missile puoi metterci chi ti pare tanto non cambia niente? E se poi Valterino si rivelasse un campione? Mmm…
  • I CONSUMI. Giuro che l’elemento non era entrato nel mio radar scassato e me ne scuso. E invece l’amico Giancarlo Minardi mi ha detto: ehi Leo, con vetture dannatamente più veloci rispetto all’anno scorso, la gestione del carburante diventerà un fattore decisivo. Se Minardone ha ragione allora si spiegherebbero meglio anche talune incertezze dei test di Barcellona, cioè qualcuno andava più piano perché doveva risolvere l’equazione benzina. Possibile?
  • RED BULL. Qui semplicemente non ho compreso e certamente la colpa è mia. Dovevano essere avanti, privilegiando le norme nuove in maniera pesante la aerodinamica. Ora dicono di essere contenti perché sarebbero a cinque decimi dalla Mercedes. Responsabilità della power unit Renault? Un altro caso di geniale dissimulazione? E’ vero che Newey non considera importante Melbourne, perché saranno gli sviluppi a determinare le gerarchie sincere del campionato?
  • VERSTAPPEN. Vedi sopra. L’olandesino è The Chosen One. Nel 2016 ha mostrato un talento tale che è difficile resistere alla suggestione di trovarsi al cospetto di un Fenomeno all’alba della sua carriera. Ma sarà capace di confermarsi? Io considero Ricciardo molto, molto forte.
  • ARRIVABENE. Di Vettel e di Raikkonen nulla dico. Mi fido ciecamente di entrambi. Spero abbiano in mano la macchina che meritano. In tal caso, Maurizio Arrivabene uscirebbe dal cast della nuova edizione del telefilm ‘Zorro’: da quando non parla più, o quasi (ma venerdì è atteso alla conferenza ufficiale Fia), somiglia a Bernardo, il valoroso servo muto dell’eroe mascherato. Io notoriamente gli voglio bene: veniamo dalla stessa storia, vorremmo invecchiare meglio con un ferrarista campione del mondo. Già nel 2017, perché no?