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I test Ferrari, Giovinazzi e le esagerazioniLeo Turrini - 19 aprile 2017

Seguendo distrattamente questi test nel deserto, beh, mi è tornata voglia di esprimere un concetto martellato in questa sede più e più volte.

Ma come è possibile che la Formula Uno abbia ridotto al minimo, o quasi, i collaudi infra stagione?

Davvero, trattasi di boiata pazzesca.

La motivazione che venne addotta all’epoca (con gravissima adesione della montezemolata Ferrari) era la necessità di ridurre i costi.

Ora è dimostrato che tra simulatori e quant’altro i team spendono di più.

Inoltre, come disse una volta proprio il pentitissimo Montezemolo, la Formula Uno è l’unica disciplina che vieta ai suoi protagonisti di allenarsi, tra una gara e l’altra.

E’ come se Federer non potesse impugnare la racchetta tra un torneo e l’altro o come se Nibali non potesse andare a pedalare fra Giro e Tour.

A me pare di cogliere, da parte degli americani di Liberty Media, una sensibilità diversa nei confronti della evidenza. Vedi le pur timide aperture sul fronte social. E certo so che non tocca ai successori di Ecclestone intervenire in materia test, ma qualcosa potrebbero fare, se non altro in termini di moral suasion.

Ultima cosa a proposito di Giovinazzi.

Debutta al buio in Australia, non sfigura, coro unanime: fenomeno.

Sbatte due volte in Cina in condizioni non semplici, coro unanime: coglione.

Fa il secondo tempo dietro Hamilton in un martedì nel deserto: promessa di fuoriclasse.

Questa è la farsa della comunicazione moderna, in qualunque contesto: sempre meno si cerca di ragionare pacatamente, sempre più si va a caccia della sparata circense.

Unica speranza, la capacità del singolo di scegliere, selezionare, comprendere che la cioccolata e un’altra cosa hanno in comune soltanto il colore…