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Kubica e MontrealLeo Turrini - 6 giugno 2017

Mi fa piacere che il ritorno di Kubica al volante di una monoposto di Formula Uno coincida con la settimana del Gran Premio del Canada.

Robert l’ho conosciuto un po’. E’ un bravo ragazzo ed è sempre stato in possesso di un talento speciale. So che prima dei noti eventi aveva un accordo con la Ferrari. Sulla Rossa sarebbe stato il…secondo polacco, dopo il Giovanni Paolo II a bordo di una Mondial in occasione della visita a Fiorano del giugno 1988.

Ero a Montreal quando Kubica incappò nel terrificante incidente che fece temere per la sua stessa vita.

Paradossalmente, a colpirmi di più fu vederlo in piedi ad Indianapolis, quattro giorni dopo. Voleva correre! I medici della Fia misero il veto e così la Bmw venne affidata ad un ragazzino di cui Michael Schumacher mi aveva parlato molto bene un pomeriggio in Turchia, all’Istanbul Park.

Seb Vettel!

Ero di nuovo a Montreal dodici mesi più tardi.

2008.

Hamilton che tampona Raikkonen in uscita dai box e Kubica che resta padrone del suo sogno. Vincitore di un Gran Premio sulla pista che aveva minacciato la sua incolumità.

Una storia da romanzo, che mi è capitato spesso di narrare, perchè adoro i racconti che mischiano prosa e poesia, destino e forza d’animo, amore e disperazione.

Naturalmente non so se Robert ce la farà a riappropriarsi della Formula Uno come dimensione agonistica.

So che sarebbe, ancora e di nuovo, una storia da romanzo.