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Ferrari, cosa ci insegna MontrealLeo Turrini - 12 giugno 2017

Alcune considerazioni post Canada, a beneficio dei miei quattro Cloggari.

  1. A Montreal la Ferrari ha eguagliato il risultato Mercedes a Montecarlo. Quarto e settimo posto.
  2. Ciò significa che nell’economia del campionato, potrei dire a parità di…sfighe, nulla è cambiato.
  3. O meglio: fa differenza il Vettel quarto sulla pista dedicata a Gilles rispetto all’Hamilton settimo nel Principato…
  4. Naturalmente uno è libero di pensare che nel Quebec la Mercedes abbia svoltato e sia dunque in grado di dominare il campionato da qui in avanti. Può essere pure ma ci andrei cauto: la disavventura iniziale di Seb ha permesso a Lewis di andare a spasso. Almeno su questo, dovrebbe esserci l’unanimità.
  5. Mi sorprende che nel giudicare la prestazione domenicale di Vettel taluni abbiano privilegiato la partenza oggettivamente non felice, trascurando il resto. A me viene in mente Lucio Battisti…
  6. …dunque, Lucio (in gioventù gli dedicai la bellezza di due libri!) una volta andò a un programma tv di Renzo Arbore. Parte del pubblico lo criticava, a qualcuno non piaceva l’avvio dei suoi brani, la voce, eccetera. Lui guardò fissa la telecamera e disse: scusate, ma quello che faccio, quello che propongo, quello che realizzo, vi emoziona o no?
  7. Ecco: il Vettel in rimonta furiosa a Montreal a me ha regalato il sapore di una emozione antica. Me la tengo stretta.
  8. Escludo che al box Ferrari non si fossero accorti che nel contatto iniziale con Verstappen qualcosa sull’anteriore della Rossa di Seb si era staccato (anche questa ho sentito, ehm ehm). Invece se ne erano accorti e per un po’, con il consenso del pilota!, hanno legittimamente sperato che il danno non fosse grave, anche perchè le indicazioni della telemetria non erano catastrofiche.
  9. Cosa voglio dire? Che forse sarebbe il caso di rispettare chi lavora al Muretto Rosso. Io di cappellate gigantesche, in sette gare, non ne ho viste. A Montreal, oltre alla partenza non brillante di Seb e di Kimi, c’è stata anche una buona dose di sfiga. Quella, per intenderci, che Vettel non ebbe ad Interlagos nel 2012, eh.
  10. Su Raikkonen dichiaro una moratoria unilaterale. Non è possibile, almeno per un anziano trombone quale io sono, che un pilota sia giudicato un fenomeno a Montecarlo e un pippone a Montreal (dove, senza guaio ai freni, salvo ordini di scuderia avrebbe concluso davanti al compagno di squadra). Ci vorrebbe un equilibrio che manca, nelle valutazioni. E lo dico in generale e lo dico da anni. Poi, io immagino cosa abbia intenzione di fare Sergio Marchionne e sono sicuro che si tratterà di una decisione ben calibrata, oh yes.