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Schumi e il calendario 2018Leo Turrini - 19 giugno 2017

Solo alcune considerazioni sul calendario 2018 annunciato dalla Fia, prima di buttarci su Baku (uhm, da ferrarista non sono troppo ottimista).

  1. Gli americani di Liberty Media sembrano intenzionati a mantenere la parola. Avevano detto di voler reinserire sulla mappa della F1 sedi ‘storiche’, come la Francia e la Germania. Lo stanno facendo. In generale, non sono partiti male, gli eredi di Ecclestone.
  2. Non so se 21 tappe siano troppe, di sicuro l’idea di far disputare tre Gp di seguito (Francia, Austria, Inghilterra, se ho capito bene) non renderà felici ingegneri, meccanici e piloti. Non dico non si possa fare, ma il troppo forse stroppia.
  3. Mi dispiace per la cancellazione della Malesia, anche se si sapeva. Mi dispiace romanticamente, mica per i monsoni o i serpenti. Io stavo a Sepang la prima volta, 1999. Sono stato testimone oculare della più grande prestazione mai offerta da un pilota in gara, facciamo da quando mi ricordo, cioè dall’alba degli anni Settanta. Quello che fece Michael Schumacher quella domenica rimane indelebile, indimenticabile, anche se si finì per parlare soltanto dei deflettori delle Rosse, con squalifiche, ricorsi e assoluzione in appello.
  4. E’ uno scherzo del destino che il Gp di Malesia del 1999 rechi nell’albo d’oro, per volontà del diretto interessato propiziata da Montezemolo!, non già il nome di Schumi. Ma quello del mio amico Eddie Irvine.
  5. Comunque e tutto ciò premesso, a me interessa una cosa: che sulle piste del campionato 2018 Seb Vettel si presenti da campione del mondo in carica. Preciso: e al volante di una Ferrari…