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Tra Vettel, Hamilton, Senna e SchumiLeo Turrini - 26 giugno 2017

Metti punto.

Così si raccomandava un anziano capo redattore con me medesimo, quando ero un ragazzino di nemmeno vent’anni.

Metti punto, quando ritieni di avere espresso la tua opinione.

Ora, io rispetto il parere di chiunque sulla vicenda che a Baku ha coinvolto Hamilton e Vettel.

La mia tesi la riassumo stringatamente.

Seb ha reagito ad una provocazione del Nero. Era giusto sanzionarlo, mentre non è giusto che Lewis l’abbia passata liscia (non per la prima volta, eh).

. Punto, appunto.

Dopo di che, liberi tutti di pensarla in maniera diametralmente opposta, ci mancherebbe.

Aggiungo però due cose, a scanso di equivoci.

Numero uno.

Trovo comico che a conclusione dell’incasinatissimo Gran Premio azero i due piloti Ferrari siano stati penalizzati e i due Mercedes no. Qui nessuno riuscirà mai a convincermi che le regole siano state applicate con equità, senza fare figli e figliastri.

Numero due.

Io ho conosciuto Ayrton Senna. Eravamo amici. Ho viaggiato da Parigi a San Paolo accanto alla sua bara. Non ho mai pensato fosse un santo, perchè non lo era. Mi confidò in anticipo cosa avrebbe combinato al via di Suzuka nel 1990 e io lo scrissi in anticipo e nessuno ci credette e dopo scrissi che era, in quella occasione, lui, Senna!, un campione senza onore.

Quindi trovo grottesco che anche amici carissimi mi vengano a dire, per giustificare i giochetti di Hamilton: ah, ma lo faceva pure Ayrton!

Non è un alibi. Non per me. Per niente.

Inoltre io ho anche visto dal vivo il debutto di Schumi a Spz nel 1991 e ho visto dal vivo il suo addio alle corse a Interlagos nel 2012. Ho raccontato, magari male, l’intera carriera di un Campionissimo.

Michael non era un santo e io non l’ho mai descritto come un candido cherubino. Non lo era. Quando faceva porcate, per me erano porcate.

Quindi non ha senso che per giustificare il Lewis che alza il piede e fa precipitare la velocità da 90 a 40 o giù di lì mi si dica: ah, ma lo faceva pure Schumi!

Non è un alibi. Non per me. Per niente.

Tutto ciò precisato, sono ovviamente certo che per giorni, settimane, mesi ci confronteremo non solo sull’episodio di Baku ma sugli altri che verranno, perchè quando scoppia una guerra come questa non esistono tregue.

Non è bello saperlo, ma è così che andrà.