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Marchionne a Maranello, Leclerc a BudapestLeo Turrini - 17 luglio 2017

So che nel lunedì di Maranello un Sergio Marchionne perplesso ma non sgomento ha avuto modo di porre molte domande ai suoi collaboratori lato Formula Uno.

Cercava risposte.

Sul vuoto pneumatico, finale.

Ma anche, più in generale, sulla prestazione della macchina in Inghilterra.

Molto banalmente, io so che i campionati, quando sono una partita a due, si vincono nei momenti difficili.

Lo sa pure il presidente.

Che la Mercedes sia adesso la favorita, è fuori discussione.

Non ci voleva Einstein per intuirlo, già dal Canada in poi.

Che la guerra sia già persa, uhm, a me pare sensazione affrettata (e mi auguro sbagliata).

Fuori discussione è anche la bontà della scelta Ferrari di utilizzare Leclerc, insieme a Kimi, per il breve test post Ungheria.

Di questo ragazzo il povero Jules Bianchi diceva: fai attenzione, il vero fenomeno è lui, non io.

Penso che se Raikkonen optasse per il ritiro a fine stagione, ecco, scommettere sul bimbo francese sarebbe una mossa coraggiosa e lungimirante (partendo dal presupposto che Vettel rimanga dov’è, eh).

Altre ipotesi non mi interessano.