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Un violino tzigano per VettelLeo Turrini - 27 luglio 2017

Mi hanno invitato a tenere un ciclo di conferenze sul tema: che cosa è il giornalismo vero. Debbono aver sbagliato persona!

Io so che le parole di Vettel nel giovedì magiaro sono state positive. Anche incoraggianti, da un punto di vista molto ferrarista. Gli assegno un violino tzigano.

Curiosamente, sono d’accordo con l’idea che, nell’immediato, una firma sul contratto sia la cosa meno importante.

Mi spiego e del resto l’ho già scritto.

Budapest è una tappa decisiva. Non aritmeticamente, per carità. Ma a livello emotivo, psicologico.

La Rossa non vince da Montecarlo.

Due mesi.

Possiamo girarla come vogliamo, eppure dal Canada in poi l’inerzia si è invertita.

La Mercedes ha chiaramente risolto larga parte dei suoi problemi primaverili, al netto di inefficienze da scarsa affidabilità (cambio).

Se sta davanti anche all’Hungaroring, diventerà dura supporre che dall’autunno in poi la Ferrari abbia le armi per un contro ribaltone.

Sono molto curioso di verificare che cosa accadrà nel week end.

Budapest con Silverstone non c’entra nulla.

O si vince o si vince.

O…

Spazio sotto per chi volesse narrare le prove libere ungheresi.