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Cari ferraristi, passerà anche questa…Leo Turrini - 17 settembre 2017

“Sono morto, sono morto, come prima…” (Antonello Venditti).

Ma vorrei dire una cosa ai ferraristi stravolti: passerà anche questa.

Ne ho viste talmente tante (Lauda-Regazzoni in Spagna, l’Estoril di Mansell e Prost, episodi maledetti in quantità industriale).

Siamo ferraristi anche in ragione delle sofferenze, l’ho scritto spesso e infatti stasera inauguro il Festival Nazionale della Poesia a Castelnuovo Rangone con maestri dei versi che ragionano sulla relazione tra la parola dolore e la parola Ferrari…

Ma non divago, pur essendo il Dottor Divago.

Sulla partenza discuteremo all’infinito.

E’ inevitabile, è persino giusto.

Dal mio punto di vista, l’unico estraneo alla dinamica della collisione è Raikkonen (a meno che non sia una colpa azzeccare lo scatto).

Tra Vettel e Verstappen, sommessamente io penso si sia creata una situazione che non consente una attribuzione di responsabilità.

E’ molto triste la conseguenza del tutto. Pesantissima per chi ha la mia stessa fede, Rossa.

Ma sono, purtroppo, cose che possono accadere.

Io non me la sento di affermare che Seb non doveva ‘stringere’, era in pole, stava difendendola. Doveva ragionare un attimo in più? Forse, ma bisogna mettersi nei suoi panni. Dopo, è sempre facile sentenziare.

Non me la sento di affermare nemmeno che Max doveva alzare il piede. Di mestiere fa il pilota, mica il taxista. Non mi sono invece piaciute le sue parole anti Vettel nel dopo gara, le ho trovate vagamente oltraggiose. Ha tanto talento ma poco, poco, poco cervello.

Poi potremmo ragionare sulla sensibilità che un estraneo alla lotta iridata potrebbe (dovrebbe?) avere in un caso del genere.

Però si tratta di un discorso scivoloso, che si presta a numerose controindicazioni.

E’ una botta bruttissima per chi ama la Ferrari.

Hamilton ha ricevuto il regalo e fa bene a goderselo.

Può darsi che il mondiale sia finito a Singapore, lo ammetto.

Eppure, dopo la notte (delle streghe) viene sempre l’alba.