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Vettel, soluzione 25% (e Max in Rosso)Leo Turrini - 25 settembre 2017

Un caro collega sudamericano mi ha cortesemente posto tre domande sulla volata finale del mondiale.
Gli ho risposto come state per leggere. Il mio maestro di giornalismo Urukuay noterà che lo stile del testo non è…cloggaro, appunto perché destinato a un pubblico straniero. Se scrivo Iron Mauri o il Santo Bevitore o Rododendro il povero traduttore impazzisce…
1) Dopo il crash di Singapore, quante chances di vittoria finale restano a Seb Vettel?
“Un buon 25 per cento. Di piu no, perché a Singapore algebricamente Seb ha subito un danno superiore ai trenta punti! Avesse vinto e con Kimi secondo, cosa possibilissima, al massimo Hamilton sarebbe arrivato terzo e dunque adesso il tedesco sarebbe avanti di sette lunghezze. Invece è sotto di 28. Ciò significa che nemmeno due doppiette Rosse in Malesia e Giappone, sempre con Lewis terzo, restituirebbero a Vettel la leadership. Quindi il mio 25 per cento suona forse persino eccessivo, ma il destino come toglie a volte anche rende. Spero con gli interessi.
2) Come valuti complessivamente la stagione della Ferrari fin qui?
“Piu che buona. In tutto il campionato la squadra ha fallito davvero soltanto in una occasione, purtroppo a Monza. La vettura è competitiva, non sempre è stata veloce come la Mercedes ma non ha sfigurato quasi mai. Rispetto al 2016 il salto di qualità è stato enorme, anche a livello di organizzazione e sviluppo. Certo, mancano sei gare, quasi un terzo. E i conti si fanno alla fine. E la decisione di Vettel di rimanere per altri tre anni la trovo molto indicativa.
3) Verstappen guidera mai una Ferrari?
“Sì, potrebbe accadere, anzi mi stupirei se non capitasse. Oggi Max ovviamente non è popolare tra i tifosi italiani e la ragione la si intuisce facilmente. Ma a Maranello conoscono i tempi della Storia e non ragionano sulle emozioni. Adesso c’è Vettel e speriamo che vinca quattro titoli (2017,2018,2019,2020). Calcola anche che se Verstappen dura come Kimi Raikkonen, corre ancora nel 2037! Quindi, perché no?”