L’ombra del padre. Mark Strand
VEDI I VIDEO “La tua ombra”, da “Elegia per il padre” , “Cos’era” , Mark Strand legge “The Great Poet Returns” , “La luce che viene”
Firenze, 6 agosto 2017
La tua ombra
Hai la tua ombra.
I luoghi in cui sei stato l’hanno restituita.
I corridoi e i prati spogli dell’orfanotrofio l’hanno restituita.
La Newsboys Home l’ha restituita.
Le strade di New York l’hanno restituita e anche le strade di
Montreal.
Le camere di Belém dove le lucertole divoravano le zanzare l’hanno
restituita.
Le strade scure di Manaus e quelle afose di Rio l’hanno
restituita.
Città del Messico dove te ne volevi andare l’ha restituita.
E Halifax dove il porto si lavava le mani di te l’ha restituita.
Hai la tua ombra.
Quando viaggiavi la scia bianca del tuo incedere affondava
l’ombra, ma quando arrivavi la trovavi ad attenderti.
Avevi la tua ombra.
Le soglie che varcavi ti sottraevano l’ombra e quando uscivi te
la restituivano. Avevi la tua ombra.
Anche quando te la dimenticavi, la ritrovavi; l’ombra era stata
con te.
Una volta in campagna l’ombra di un albero coprì la tua ombra
e tu non venisti riconosciuto.
Una volta in campagna pensasti che la tua ombra fosse proiettata
da un altro. L’ombra non disse nulla.
I tuoi abiti portavano dietro la tua ombra; quando li toglievi,
lei si diffondeva come il buio del tuo passato.
E le tue parole che volavano come foglie in un’aria persa, in
un luogo che nessuno conosce, ti hanno restituito la tua ombra.
Gli amici ti hanno restituito la tua ombra.
I nemici ti hanno restituito la tua ombra. Hanno detto che era
pesante e avrebbe coperto la tua tomba.
Quando moristi la tua ombra dormiva sulla bocca del forno e
mangiò come pane i ceneri.
Esultava tra le rovine.
Vigilava mentre gli altri dormivano.
Risplendeva come cristallo tra le tombe.
Componeva se stessa come l’aria.
Voleva essere come sull’acqua.
Voleva non essere nulla, ma non era possibile.
Venne a casa mia.
Mi sedette sulle spalle.
La tua ombra è tua. Glielo dissi. Le dissi che era tua.
L’ho portata con me troppo tempo. La restituisco.
(traduzione di Damiano Abeni)
Your shadow
You have your shadow.
The places where you were have given it back.
The hallways and bare lawns of the orphanage have given it back.
The Newsboys Home has given it back.
The streets of New York have given it back and so have the streets of
Montreal.
The rooms in Bel?m where lizards would snap at mosquitos have
given it back.
The dark streets of Manaus and the damp streets of Rio have given it
back.
Mexico City where you wanted to leave it has given it back.
And Halifax where the harbor would wash its hands of you has given
it back.
You have your shadow.
When you traveled the white wake of your going sent your shadow
below, but when you arrived it was there to greet you. You had
your shadow.
The doorways you entered lifted your shadow from you and when you
went out, gave it back. You had your shadow.
Even when you forgot your shadow, you found it again; it had been
with you.
Once in the country the shade of a tree covered your shadow and you
were not known.
Once in the country you thought your shadow had been cast by somebody
else. Your shadow said nothing.
Your clothes carried your shadow inside; when you took them off, it
spread like the dark of your past.
And your words that float like leaves in an air that is lost, in a place
no one knows, gave you back your shadow.
Your friends gave you back your shadow.
Your enemies gave you back your shadow. They said it was heavy and
would cover your grave.
When you died your shadow slept at the mouth of the furnace and ate
ashes for bread.
It rejoiced among ruins.
It watched while others slept.
It shone like crystal among the tombs.
It composed itself like air.
It wanted to be like snow on water.
It wanted to be nothing, but that was not possible.
It came to my house.
It sat on my shoulders.
Your shadow is yours. I told it so. I said it was yours.
I have carried it with me too long. I give it back.
Mark Strand
(da Elegia per il padre)
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