La sabbia e i segni. ‘Il vento scrive’ di D’Annunzio
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Firenze, 3 ottobre 2012 – Dicevano le onde del poemetto pascoliano Il naufrago: «È il vento ch’agita, confonde, / mesce, alza, abbassa; è il vento che ci schiaccia / contro gli scogli e rotola alle sponde». Ma subito dopo: «Pace! Pace! È tornata la bonaccia. / Pace! È tornata la serenità». Ed ecco questo piccolo gioiello alcyonio: Il vento scrive, con il vento che traccia i suoi misteriosi segni sulla sabbia, con gli incipienti, lievi giochi d’ombra di note e ondicelle e con l’«immenso arido / viso della piaggia» in cui un sorriso dantescamente «s’immilla»…
Marco Marchi
Il vento scrive
Su la docile sabbia il vento scrive
con le penne dell’ala; e in sua favella
parlano i segni per le bianche rive.
Ma, quando il sol declina, d’ogni nota
ombra lene si crea, d’ogni ondicella,
quasi di ciglia su soave gota.
E par che nell’immenso arido viso
della piaggia s’immilli il tuo sorriso.
Gabriele D’Annunzio
(da Alcyone, 1903)
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