‘Livorno per la pace’ non dimentica il 28 maggio
Torna oggi ‘Livorno per la pace’, la manifestazione promossa dalla Comunità di Sant’Egidio nel giorno della memoria dei bombardamenti del ’43, con una sorta di staffetta con quattro appuntamenti. Alle 16, su iniziativa della Provincia e della Diocesi, Kutufà, Cosimi e Mons. Giusti consegneranno un attestato di cittadinanza simbolica ai figli di immigrati nati in Italia. Alle 17.15 il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, interverrà alla conferenza in Palazzo Granducale sul tema ‘Politiche di cooperazione e integrazione’, tornando a Livorno, città dell’integrazione, dopo dodici anni, per ascoltare e proporre nuove vie alle sfide dell’oggi. Alle 18 in piazza del Municipio la Marcia per la Pace, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, sul tema ‘Dalla crisi si esce insieme’. Le diverse testimonianze che verranno portate ne sono una prova. E’ il caso, ad esempio, di Mor Sogou, uno dei senegalesi rimasti feriti a dicembre a Firenze dalla follia omicida e razzista. La sera, alle 21, in collaborazione con il Comune, la festa“W la pace” in piazza XX settembre.
Metti una giornata a Livorno. Per la pace. Livorno che guarda al mare, bagnata dal Tirreno eppure mediterranea, con uno sguardo alla Francia e uno al Sud. Città che conosce l’integrazione con secoli d’anticipo rispetto ai fenomeni migratori che a tanti sembrano come apparsi, sullo scenario nazionale, solo alla fine del Novecento. Livorno dell’ecumenismo con l’impronta data dal vescovo Ablondi e d’altra parte città del rabbino Elio Toaff, maestro del dialogo. Livorno che viene ferita dalla guerra il 28 maggio 1943 mentre i giornali di regime nascondono la notizia delle bombe sganciate dagli aerei degli Alleati, che seminano morte per 116 volte lasciando vittime più di 800 persone, alcune delle quali ancora senza tomba, se non quella delle macerie, come agli Scali d’Azeglio, dove anche oggi, davanti alla targa che li ricorda tutti insieme, al suono delle sirene del porto, faranno tappa quanti prenderanno parte a ‘Livorno per la pace. La memoria e la speranza’. Questo il titolo-programma dato alla manifestazione promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, che si tiene a Livorno il 28 maggio di ogni anno, nell’anniversario dei bombardamenti. La Giornata, istituita dal Consiglio Comunale nell’aprile del 2004, è diventata negli anni una delle manifestazioni cittadine più attese ed è un’occasione per promuovere una cultura di pace. ‘Livorno per la pace’ vuol dire Moby Prince e lotta all’amianto nell’eternit, vuol dire i Rom di pian di Rota e i disoccupati, significa bambini di ogni colore che il problema delle differenze non se lo pongono, grazie a maestri straordinari, se non per scoprire – com’è accaduto e come accade – quanto è bello e come è possibile crescere insieme. La Giornata è un porto da cui in un certo senso si parte per l’Africa e nel quale si riceve la visita del mondo, come è accaduto con Marguerite Baranktise per il Burundi o con Tamara Chikunova contro la pena di morte. E’ un porto che oggi guarda anche all’interno, verso Brindisi. Nodi concreti che diventano prospettiva e, oggi, una sorta di staffetta con quattro appuntamenti.
Alle 16, su iniziativa della Provincia e della Diocesi, Kutufà, Cosimi e Mons. Giusti consegneranno un attestato di cittadinanza simbolica ai figli di immigrati nati in Italia.
Alle 17.15 il ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, interverrà alla conferenza in Palazzo Granducale sul tema ‘Politiche di cooperazione e integrazione’ , tornando a Livorno, città dell’integrazione, dopo dieci anni, per ascoltare e proporre nuove vie alle sfide dell’oggi.
Alle 18 in piazza del Municipio la Marcia per la Pace, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Nelle diverse tappe gli aspetti possibili di integrazione e pacificazione della società perché, come recita il tema della Marcia 2012, ‘Dalla crisi si esce insieme’. Le diverse testimonianze che verranno portate ne sono una prova. E’ il caso, ad esempio, di Mor Sogou, uno dei senegalesi rimasti feriti a dicembre a Firenze dalla follia omicida e razzista.
La sera, alle 21, in collaborazione con il Comune, la festa “W la pace” in piazza XX settembre. Dunque una staffetta di quattro momenti che danno il senso di come integrazione, solidarietà e rispetto dell’altro possano essere una chiara riposta alla domanda di pace sul futuro di molti cittadini, alle tensioni, all’idea che dalla crisi economica si esca da soli. Ma c’è un punto di fondo da non dimenticare, soprattutto dopo gli anni della “guerra preventiva”: “Il 28 maggio – spiega Anna Ajello, della Comunità di Sant’Egidio – è un evento tragico, rimasto saldamente nella memoria di tanti anziani e che ha fondato in almeno due generazioni di livornesi il rifiuto della guerra”. Il testimone passa a tutti noi.
Michele Brancale