Il Concilio Vaticano II nello sguardo dei vescovi toscani
Il “Vaticano II” viene sempre associato a un profondo rinnovamento delle linee pastorali della Chiesa cattolica, la cui ricezione è tutt’altro che esaurita, e ad alcuni documenti decisivi per la lettura del mondo contemporaneo e dei movimenti che lo attraversano, come la ‘Gaudium et spes’, la ‘Nostra aetate’, o ancora, ‘Lumen Gentium’ e ‘Sacrosanctum Concilium’ . Fu un evento storico, pluriennale (1962-1965), segnato dal passaggio di testimone dal pontificato di Giovanni XXIII a Paolo VI, che travalicò la portata, di per sé già notevole, interna alla Chiesa, coinvolgendo le altre Chiese e le altre religioni, l’intero orizzonte planetario (basti pensare che all’inizio del Concilio, avviato il 12 ottobre del ’62, si consumò dal 15 ottobre la crisi dei missili a Cuba, per la soluzione della quale si registrò l’intervento, tutt’altro che formale, di Papa Roncalli). Dunque ‘Vaticano II’ è un'arca piena di contenuti da riassimilare e riportare alla memoria, cogliendoli da più punti di vista, possibilmente senza relativizzare. Ci vengono incontro anche diari, note, materiali che devono ancora essere trascritti e storicizzati.
“Il Concilio è una promessa, è un'attesa, e una grazia. Sapremo essere gli interpreti di questo presso gli uomini e presso Dio?”. Carlo Baldini, vescovo di Chiusi-Pienza si poneva la domanda nelle note manoscritte che Riccardo Burigana ha trascritto e propone nel quaderno 'I vescovi della Toscana e il Concilio Vaticano II', curato da Riccardo e Renato Burigana, edito nella collana 'Colloquia Mediterranea' della Fondazione Giovanni Paolo II e presentato a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi nell'incontro 'Memorie del Concilio Vaticano II', insieme ai volumi 'Storia del Concilio' di Renato Burigana (ed. Lindau). Tra i relatori: il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, il vescovo emerito di Fiesole Luciano Giovannetti, l'assessore Giovanni Di Fede per la Provincia di Firenze che ha patrocinato l'incontro. Moderatore: Andrea Fagioli, direttore del periodico 'Toscana Oggi'.
Il quaderno dei Colloquia contiene una serie di testi che raccontano l’importanza della presenza di 39 vescovi della Toscana al Concilio: lettere pastorali, lettere dal Concilio, commenti e note manoscritte come quelle di Carlo Baldini
“Tra le cose viste da destra e da sinistra, è ancora il centro che prevale. Deo Gratias, purché non ne salti fuori un compromesso, ma un'equilibrata conclusione...”. Altrove Baldini nota: “So che è vero quanto disse ai giornalisti Fulton Sheen (allora vescovo ausiliare di New York, ndr): la verità è bianca come il latte, ma il latte in un bicchiere scuro o rosso diventa dello stesso colore. Soltanto in un bicchiere di cristallo resta candido. La stampa laica è incapace di conoscere ed apprezzare lo spirito della Chiesa e vede solo contrasto dove non è che ricchezza di esperienze”. Le riflessioni di Baldini, che prendono spunto dalla discussione sul primo schema 'De sacra liturgia' nella prima sessione del Concilio, hanno il pregio di una certa schiettezza e di una linearità che supera le contingenze. Talvolta si è incapaci di investire sulla ricchezza del Concilio, preoccupati più di tamponarlo che di rileggerlo, di dargli corso e inverarlo.