Il “ritorno” di Francesco
Diciamo pure che Francesco torna a Firenze circa 800 anni dopo. La prima volta fu nel 1211. Suoi frati erano già venuti in città e per la verità non avevano avuto un buon trattamento. Con Francesco d’Assisi andò meglio. Una targa in via dei Bardi ricorda il suo ingresso nella città del fiore. Sembra che lì Francesco si fermò ad assistere i malati di un ospedale allora a fianco di Santa Lucia de’ Màgnoli. Francesco sarebbe tornato altre poche, preziosissime, volte. Nel novembre 2015, in occasione del convegno delle chiese in Italia, sarà Papa Francesco a riportare qui, in un certo senso, lo sposo di Madonna Povertà che il fiorentino Dante celebrò con versi indimenticabili nel canto undicesimo del Paradiso. Negli incontri che il cardinale Giuseppe Betori ha potuto avere nei giorni scorsi in conclave con l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco, gli è stato da lui confidato di non aver mai visitato Firenze, “che pur ha definito una città piena di bellezza”. Quel senso forte di fraternità durante i giorni delle congregazioni e del conclave (nei quali Bergoglio si è manifestato con ''grande chiarezza, lucidità spirituale e pastorale”) si è inverato nuovamente durante il colloquio personale che Papa Francesco ha avuto con ciascun cardinale e anche con il cardinale Betori. Da quanto si è potuto apprendere – e anche vedere nelle dirette televisive – sono stati brevi e intensi confronti, non formali, e il cardinale ne ha avuto conferma nei termini che più hanno evidenziato il clima di questi giorni: una simpatia caratterizzata da grazia, fraternità, comunione, serenità. Espressioni che, per riprendere una riflessione di Betori all’inizio della Quaresima, fanno superare “una concezione parcellizzata” delle cose. Intanto, l' 8 aprile, visita ad limina dei vescovi toscani a Papa Francesco.