70 anni dalla deportazione degli Ebrei. Per non dimenticare
Le inziative da mercoledì 6, con il corteo che partirà da piazza Duomo a Firenze, a domenica 10 novembre con il convegno in sinagoga. Venerdì l’inaugurazione di un monumento nella stazione di Santa Maria Novella
E' un adagio che bisognerebbe interiorizzare, per darsi speranza e mettere mattoni solidi alle case del futuro. Recita così: “Chi dimentica il proprio passato è condannato a ripeterlo”, nella versione dello scrittore George Santayana, o “a riviverlo”, come diceva Primo Levi. Ecco perché è tanto decisivo, ricordare la storia e associarla al volto degli altri, a quelli che potrebbero stare dietro le finestre di tante case delle nostre città, che magari erano bambini quando furono emanate le leggi razziali del '38, e che furono inghiottiti nel gorgo di Auschwitz. Era il 6 novembre 1943 quando il comando nazista, con il supporto attivissimo dei fascisti, avviò la cattura e la deportazione degli Ebrei fiorentini, arrestando oltre 300 persone che il 9 novembre furono caricate sui treni diretti verso Auschwitz, dove arrivarono il 14 novembre. Solo 107 superarono la selezione per l’immissione nel campo: gli altri vennero immediatamente eliminati. I dati, peraltro, si conoscono per difetto. Nei giorni della razzia molti erano gli ebrei profughi dell'Europa orientale giunti attraverso la Francia. Nell’elenco dei deportati figuravano anche otto bambini nati dopo il 1930 e 30 anziani, nati prima del 1884. Solo in 15 sarebbero tornati indietro. A 70 anni dalla deportazione, la Comunità di Sant'Egidio li ricorderà, mercoledì 6 novembre, con una marcia silenziosa che percorrerà le vie del centro storico fino alla sinagoga. L'appuntamento è alle 18 in piazza Duomo, nello slargo all'angolo con via dell'Oriuolo. Venerdì 8 novembre, alle 10.30, al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella, l'inaugurazione del monumento alla memoria dei deportati ebrei fiorentini. Domenica 10 novembre, in sinagoga, convegno alle 10.30.