Candelora, la luce dei piccoli nella città
Domenica è stata 'Candelora', nome popolare della festa della presentazione di Gesù al tempio: festa di povera gente, di gente non ricca, come Maria e Giuseppe, che non potendo acquistare l’agnello per il sacrificio, offrirono una coppia di colombe, e furono confortati, con grande sorpresa, dai due anziani Simeone ed Anna (Vangelo di Luca, 2, 22-40). Dunque gente non ricca, due anziani e un bambino. Cosa presentare a Dio nella città oggi? Forse prendere tra le braccia, con le forze che si hanno, i piccoli della città, Gesù mendicante, quelli di cui Giovanni Crisostomo, le cui reliquie riposano nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, diceva: “Che vantaggio può avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d'oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero?... Vuoi onorare il corpo di Cristo? Ebbene, non tollerare che egli sia nudo. Dopo averlo onorato qui in Chiesa con stoffe di seta non permettere che fuori egli muoia per il freddo e la nudità. Dico questo non per vietarti di onorare Cristo con tali doni ma per esortarti a offrire aiuto ai poveri insieme a quei doni, o meglio, a far precedere ai doni simbolici l’aiuto concreto... non disprezzare il fratello che è nel bisogno, egli infatti è un tempio assai più prezioso dell’altro”. Segni veraci di amicizia e di cambiamento per allontanare l'anonimato dai poveri diventano segni di contraddizione perché vengano svelati i pensieri di molti cuori, non per polemica, non perché vengano condannati, ma guadagnati alla comprensione, a una visione della vita comune che assume, a ogni livello, le domande di tutti, a partire da quelle dei più piccoli. E’ in questa identificazione la possibilità di crescere umanamente, di svelare il cuore tiepido o ostile e incoraggiarlo invece a vedere e volere costruire la città di tutti.