L'ora di Religione

Semplificazioni e conflitti. Decifrarli col prisma di Anversa

 

Bisogna fare lo sforzo di scoprire le motivazioni concrete all’origine dei conflitti. "Di fronte ai conflitti, sembrano logore le sedi istituzionali del dialogo, mentre la cultura e la pratica del dialogo appare svalutata come politically correct, proposta senza passione, talvolta irrisa dal machismo di chi riabilita la guerra e la violenza": ad Anversa, nel giorno finale del meeting ‘La pace e’ il futuro’, promosso dalla Comunita’ di Sant’Egidio, il fondatore Andrea Riccardi ha toccato alcuni punti emersi nelle tre giornate di confronto tra oltre 350 leader religiosi. Ne riproponiamo le riflessioni, tanto più attuali e utili a decifrare la complessità di alcuni scenari.

Di fronte al conflitto in Medio Oriente, in Nigeria, in Iraq, alcuni sostengono che a quella che ritengono una guerra di religione bisogna rispondere con una guerra simmetrica di religione e di civilta’. Tutto, piuttosto, ci invita ad un atteggiamento intelligente. Il mondo globale non e’ adatto ai terribili semplificatori. Non e’ jihad contro crociata. Il mondo e’ complesso e articolato e richiede uno sforzo di comprensione: yazidi, siriaci, caldei. L’arte del dialogo resta centrale e ad Anversa abbiamo visto convergere con le religioni il pensiero laico. Grazie allo spirito di Assisi si mettono in moto, in modo convergente, religioni, testimoni, rappresentanti delle Istituzioni. Credo sia ora di smettere d parlare di guerre di religione. Noi siamo sensibili a quello che accade ai cristiani e voglio ricordare i vescovi sequestrati Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e Paul Yazigi, il gesuita Paolo Dall’Oglio. Va sottolineato che sono soprattutto i musulmani ad essere uccisi da altri musulmani. Siamo in presenza, semmai, di guerre infrareligiose, nazionaliste. Ucraini e Russi sono popoli fratelli. Non e’ una guerra tra cattolici e ortodossi. In quel conflitto c’e’ un chiaro motivo nazionalista.

Potremmo d’altra parte domandarci se il quadro e’ tutto nero. Voglio ricordare, nella distrazione che si e’ verificata anche su questo fatto, che la vicenda di Mindanao e’ stata risolta grazie alla mediazione della confraternita indonesiana della Muhammadiyah e dalla Comunitá di Sant’Egidio; il dialogo interreligioso in Africa che pone argini ai conflitti.

La Commissione Europea si confronti con i leader religiosi”. “Quando si discute di religione e pace l’Europa e’ provocata. Dalle ceneri della Seconda guerra mondiale e’ nata la Ue, come una proposta pacifica. Ci domandiamo come l’Europa puo’ esportare la pace mentre laddove si manifesta la guerra essa ha tratti ancora piu’ barbari. L’Europa, con tutti i suoi limiti, e’ culla del diritto umanitario. Il dialogo va ravvivato e mi auguro che la prossima Commissione Europa discuta con i leader religiosi di queste tematiche”.

Religioni e violenza. “L’ignoranza favorisce il radicalismo” . “Non abbiamo ideologie da difendere, ma viviamo nella storia”, spiega Riccardi. Molto significativo e’stato ridiscutere ad Anversa il rapporto tra le religioni in questa situazione di conflitti. Lo abbiamo fatto apertamente con leader religiosi rilevanti e personalita’ dell’umanesimo laico come Zygmunt Bauman. Abbiamo ascoltato risposte importanti. Il Gran Mufti’d’Egitto ha contestato apertamente leader che si ergono come califfi. Nel dialogo con l’Islam sciita, l’iraniano Sayyed Mohammad Ali Abtahi, Presidente dell’Istituto per il Dialogo interreligioso, ha definito il radicalismo come alleanza tra tiranni e ignoranti.

L’ignoranza favorisce il radicalismo. In Egitto c’e’ un tasso di analfabetismo del 33 per cento. L’alleanza nefasta tra ignoranza e miseria produce fanatismo come presunta via d’uscita.

L’interpretazione fanatica delle religioni, lo ha rilevato il rabbino Abraham Skorka, e’ espressiva di un nuovo paganesimo.

Sull’Onu delle religioni proposta da Peres. In questi giorni il Presidente di Israele Shimon Peres ha proposto l’Onu delle Religioni. La dichiarazione di Perse mostra la centralita’ e la responsabilità’ delle religioni per un contatto fecondo, mai piu’da sole, ma sempre in contatto e insieme. Essere insieme e’una nuova strategia delle religioni per un mondo complesso. Non si tratta di creare una nuova istituzione ma sottolineare la centralita’ delle religioni e la necessita’ e opportunita’ di un contatto permanente a livello globale e locale tra le religioni.

Mass media e fondamentalismo: “Troppo spesso veicoli di semplificazioni. Non cedere al ricatto terrorista”. I media hanno una responsabilita’ fondamentale perche’ rischiano di essere strumento importante nella battaglia che si sta combattendo. Sono impressionato dall’uccisione dei giornalisti, il rapimento delle due ragazze italiane, la morte delle tre suore, persone che rappresentano una sfida alla generosita’ del nostro mondo. Oggi sono le minoranze terroristiche che innestano reazioni automatiche nell’opinione pubblica. E’stato osservato in questi giorni che Boko Haram ha cominciato a uccidere i cristiani in massa perche’ questo fa notizia. Il terrorismo ha un forte impatto mediatico. I media hanno la responsabilità della complessita’ di fronte a un’opinione pubblica intossicata. I giovani rischiano di essere intossicati da messaggi semplificati. Ad Anversa ho potuto vedere molte conferenze seguite da ragazzi delle scuole superiori.

Molti media abbracciano “battaglie culturali”. Penso a quanto e’accaduto in Iraq nel 2003, a una guerra che ha prodotto, tra le sue conseguenze, la distruzione dei cristiani. Queste “battaglie culturali” hanno tentato anche le religioni. Ad Anversa, citta’ multiculturale, si rilancia un dialogo di popolo. Il dialogo non e’ qualcosa che si fa nelle aule delle università, ma nelle scuole primarie, nei mercati, nella metropolitana.

 

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