L'ora di Religione

Paolo VI

Paolo VI ha sperimentato per primo, nel post Concilio, la contraddizione imposta da una modalità prevalente di leggere la storia e i suoi movimenti non tanto con gli occhiali dell'adesione democratica, quanto con le lenti colorate di Destra e Sinistra, con un disprezzo talvolta impregnato di vero e proprio razzismo culturale verso ciò che è Centro, per non parlare di ciò che è Chiesa. Sono piani distinti, talvolta complementari, ma allora perché vengono confusi, soprattutto leggendo la storia internazionale della Chiesa e dei cattolici come una storia locale? Ma anche nel profilo nazionale, Aldo Moro, grande amico di Montini, ha dato la vita per il Paese dopo aver militato così tanto nella Dc, aver partecipato della nascita del Centrosinistra, aver compiuto una serie di passi che avrebbero dovuto portare al compromesso storico con il Pci di Berlinguer. E la ricaduta sarebbe stata internazionale. Sono solo alcuni aspetti di questa personalità bella e sofferente disprezzata di fatto dall'estrema sinistra armata che ne decretò ed eseguì la fine fisica. Per effetto della “vulgata”, Amintore Fanfani era inserito insieme ad altre personalità nel quadro dei “ladri” per definizione. E invece al suo esempio in ordine all'edilizia popolare bisognerebbe ispirarsi per non relativizzare l'aspirazione a creare una famiglia con un tetto sulla testa. Ma il discorso politico – qui sommariamente citato per evidenziare un modo banale e diffuso di leggere i fatti - ci porterebbe lontano da Paolo VI, grande intellettuale cattolico e democratico, che anticipò in sé il giudizio ambivalente di essere “progressista” su questioni economico-sociali, “reazionario” su quelle morali (oggi si direbbe anche bioetiche). Sorte analoga sarebbe toccata a Giovanni Paolo II, ma di fatto è quello che tocca alla maggior parte dei credenti che si riconoscono nella confessione cattolica. Non si tratta di contrapporre ai detrattori questa realtà in forma vittimista e rancorosa, ma di aiutare la comprensione di un modo di essere che può piacere o meno – come è legittimo che sia - ma che non può essere banalizzato. La beatificazione di Paolo VI offre l'opportunità di rileggerne la storia, di riaprire i documenti da lui scritti, di codificarne le svolte che hanno segnato la storia ecclesiastica (il Concilio, il rapporto con le Chiese Ortodosse, a partire da quella di Costantinopoli) e non (modalità di autodeterminazione dei popoli, ad esempio, senza dimenticare che le scelte ecclesiali hanno sempre ricaduta civica), con il piacere di imparare, di ritrovare gusto per la complessità della vita laddove prevale la semplificazione.

 

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