Risorgere nella Metropoli
Ascoltare Dio e camminare sulla strada. “Camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”: è la parola di Dio comunicata attraverso la voce del profeta Geremia (Ger 7, 23). Dunque camminare sulla strada, ma quale strada? Spesso desideriamo non stare in strada. Papa Francesco ha invitato a non rinchiudersi nella “spiritualità della comodità”, a non sedersi. C'è una tensione a stare fermi davanti alla Buona Notizia e al tempo stesso un “procedere ostinato” (Ger 7, 24) secondo le inclinazioni naturali del cuore, correndo dietro una sequenza che esclude gli altri o in cui gli altri perdono il nome e il cognome, diventano funzionali a ciò che mi serve. Le città si disgregano nel vissuto comune a partire da questo. Alcuni si sono domandati se esista una memoria delle città più grandi, le metropoli. E' una domanda che si lega alla memoria delle persone. Il punto è invertire la tendenza, vivere nel flusso della vita senza lasciarsi trascinare. La pausa e lo sguardo intorno a sé e dentro di sé, apre la porta al nome degli altri. Nella quaresima viene proposto lo “scandalo” della croce. E' una “pausa” foriera di futuro. Scegliere la croce, fermarsi sotto di essa, è qualcosa che si è portati naturalmente ad allontanare, specie nel nostro mondo psicologico che ambisce ad annullare la presenza stessa del dolore, a non volerla nemmeno vedere laddove essa è. Ma la condivisione della croce è strada che apre alla festa del vivere con tutti. Papa Francesco ha detto a Napoli: “Ogni parrocchia e ogni realtà ecclesiale diventi santuario per chi cerca Dio e casa accogliente per i poveri, per gli anziani e quanti si trovano nel bisogno”. E' una prospettiva di resurrezione, mentre sta per arrivare la Pasqua.