Resistere umanamente
E' stato pubblicato il carteggio “Moro e La Pira. Due percorsi per il bene comune” (ed. Polistampa), con l'ultima lettera del Sindaco al premier che non molto tempo dopo sarebbe stato ucciso dalle Br. E' del 6 aprile 1977. L'orizzonte contemplato nella lettera è quello italiano, ma La Pira ha sempre in sé una lettura delle cose che si presta all'universalità. “Come fare... come uomini e cristiani? Resistere ulteriormente, vincere questi resti di inverno che si attardano, quasi abbarbicati, nella nuova stagione storica. Liberare, a poco a poco, saggiamente ma decisamente, queste residue zone d'inverno che ancora esistono nel nuovo spazio storico di primavera”.
Dunque, “a poco a poco, saggiamente ma decisamente”: è la strada degli artigiani della pace, di fronte agli inverni della storia, di questa nuova stagione storica, di questo “cambiamento d'epoca”, come ha detto Papa Francesco, in cui l'inverno appare poco residuale ma tanti costruiscono la primavera nel profondo, come gente del sottosuolo che opera tenacemente con buone pratiche (le scuole di italiano ad esempio, i diversi ambiti di convivenza e crescita che passano inevitabilmente per diverse forme di istruzione).
Oggi la famiglia di Abramo e con essa buona parte della famiglia umana sperimenta un esodo in nuove forme: quella delle migrazioni, che non è un emergenza. Essa si configura come un fatto strutturale, le cui origini sono molteplici – le guerre, il terrorismo e le alterazioni climatiche - ma i cui esiti dureranno molti anni.
Gli orientamenti che consentono di inquadrare e affrontare questo cambiamento sono state enunciate e declinate nel messaggio di Papa Francesco del 1 gennaio 2018: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Nel tempo della Quaresima e alla vigilia delle elezioni, si sarebbe sentito profumo di pulito se una vicenda tanto sensibile fosse stata sottratta, come in una moratoria (per certi versi la declinazione politica del digiuno), all'esasperazione delle parti, per cercare soluzioni in un senso più alto, con uno sguardo di più lungo periodo, senza sottrarsi mai all'imperativo umano (forse "buonista"?) di salvare.