L'ora di Religione

Artigiani della pace a lavoro

Invasa da una bomba d'acqua, Madrid ha visto scorrere torrenti sul letto delle sue strade. E a settembre ricorre un anniversario che andrebbe ricordato di più: l'alluvione improvvisa a Livorno, nel 2017, con nove vittime, proprio mentre a Munster i leader religiosi e politici, riuniti dalla Comunità di Sant'Egidio per una nuova tappa dello “spirito di Assisi”, segnalavano come prioritarie l'emergenza ambientale, anche alla luce dei disastri provocati dall'uragano Irma, e l'attuazione dell'accordo di Parigi.

Quasi due anni dopo le ferite provocate alla casa comune hanno scatenato il ciclone Idai devastando il Malawi e il Mozambico, visitato nei giorni scorsi da Papa Francesco. Al centro di Zimpeto, a Maputo, dove Sant'Egidio conduce un centro 'Dream' per la cura dell'Aids Bergoglio ha posto in relazione le malattie fisiche con quelle del pianeta: “... questo ascolto dei più deboli dei poveri, i malati, ci mette in contatto con un’altra parte fragile del mondo: penso ai “sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.

Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che 'geme e soffre le doglie del parto'”.

C'è una sete di pace che investe tutti gli aspetti della vita personale e comune. Quella “Pace senza confini” che in questi giorni è stata cercata dai partecipanti a Madrid, donne e uomini di religioni e culture diverse provenienti da circa 60 paesi del mondo invitati nella capitale spagnola da Sant'Egidio e dell'arcidiocesi della capitale di Spagna, si fonda su una tenace convinzione interiore che fu ben illustrata a Firenze nel 1995 ('Terre e cieli di pace') da Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, il vescovo di Aleppo sequestrato sei anni fa in Siria e del quale non si hanno notizie: “Se il successo ha accompagnato questi incontri è perché quelli che si occupano di essi portano nei loro cuori una salda fede e una fiducia associata con la speranza, di cui nessuno dubita: una fedeltà che ha tutti i significati del lavoro serio per continuare tale attività anche se i sacrifici sono grandi e le strade intraprese per raggiungere questo scopo erano dure e impraticabili in tutti i sensi”.

Ambiente, coabitazione nel Mediterraneo, il razzismo risorgente, il confronto tra Oriente e Occidente e la ricezione del documento sulla Fratellanza umana siglato da Papa Francesco e da Ahmed Al-Tayyeb: e, ancora, il ripensamento, con Vandana Shiva, del rapporto tra economia e giustizia sociale; guerra, pace, fake news e lo sguardo dei bambini, la crisi della democrazia e le disuguaglianze; il martirio dei cristiani e la prevenzione dei genocidi; Europa, il lavoro delle donne per la pace: sono questi alcuni temi scandagliati a Madrid dal 15 al 17 settembre 2019.

“E’ folle chiudere spazi, separare i popoli, o peggio, affrontarsi gli uni gli altri, rifiutare l’ospitalità a chi ne ha bisogno – ha scritto Papa Francesco nel suo messaggio ai lavori d’apertura - In questo modo il mondo si “rompe”, utilizzando la stessa violenza con cui si rovina l’ambiente e si danneggia la casa comune, che richiede invece amore, attenzione, rispetto”.

Il problema non è l’esistenza dei confini, osserva Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio: “E’ invece come vivere le frontiere in un mondo, grande e talvolta terribile. Spesso confini respingenti o impregnati di odio fanno a pezzi il mondo, creano un insidioso clima conflittuale”. D'altra parte le frontiere in sé non preservano: “Si pensi alle questioni ecologiche, oggi finalmente percepite da tanti come un terreno decisivo, mentre sino a qualche tempo fa sembravano problemi da specialisti”. Un lavoro serio, un lavoro senza confini, un vero e proprio artigianato dell'incontro.

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