La nave che salva dal naufragio
La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani è stata preceduta in alcune diocesi da un incontro con la Comunità ebraica sul senso di “abbracciare un destino” (libro di Ruth) e ha avuto come epilogo, domenica 26 gennaio, un confronto con la Comunità islamica su 'Dio è amorevole e ama la tenerezza'. Sono due declinazioni, offerte del punto di vista ebraico e da quello islamico, del tema scelto dai cristiani, gli altri figli di Abramo con ebrei e musulmani, per la settimana ecumenica: la gentilezza, così come fu praticata dai maltesi che soccorsero l'apostolo Paolo naufrago davanti alla loro isola (Atti 28,2). Espressione concreta di questa “cortesia” è stata la raccolta fondi dedicata a iniziative di solidarietà, come ad esempio la ricostruzione di luoghi devastati dal terremoto in Albania.
“Ci trattarono con gentilezza” dice Paolo secondo gli Atti. In un'altra traduzione si leggeva: “Ci trattarono con rara umanità”. Il tratto della cortesia, della "rara umanità", esprime la modalità con Dio si avvicina agli esseri umani anche quando sono incattiviti. “Dio è cortesia”, ripeteva Francesco d'Assisi. Non vi ha rinunciato nel tempo del male estremo, fin sopra la croce. A questo riguardo nell'Inno dell'adorazione della croce – non è molto lontana la Quaresima – possiamo trovare una chiave di lettura e un'indicazione per il nostro presente (salvare dal naufragio), spesso caratterizzato più che dalla "rara umanità" da un'umanità che si fa rara, dal Danubio al Mediterraneo ai fiumi che traghettano le speranze di uomini, donne e bambini resi mendicanti: “Tu legno bagnato dal sangue sei nave che salva dal naufragio”.