Lazzaro alla porta, povero anche in mare
La lettura dei Profeti insegna a cogliere nella Storia i segni dei tempi, la presenza e l'orientamento di Dio, e a rigettare l'adattamento a ciò che è ingiusto, a non abituarsi alla corruzione (l'abitudine al male, anche quello che consideriamo piccolo e col quale rischiamo di scendere a patti nella nostra vita, accettandolo come normale).
Isaia, ad esempio, presenta una sguardo largo e profondo sui movimenti storici del suo tempo. Gesù insegna ai suoi amici a discernere anche in relazione ai comportamenti di popoli e nazioni nella storia: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti” (Mc, 10): si farà uno che serve, che è utile, che è umano, che cerca con l'aiuto di Dio e di quanto apprende dal Vangelo di vivere in un altro modo.
Tutti in questo tempo ci misuriamo con le tendenze violente a prevalere, che sono state messe un po' a nudo dall'emergenza sanitaria. Si manifestano con più evidenza gli atteggiamenti aggressivi, le reticenze, le furbizie, modalità che nutrono ad altri livelli la volontà imperiale o un po' sovranista di volere stare al di sopra degli altri o di qualcosa, anche se è indeterminato.
Si è anche costruita un'ideologia su questo tipo di “movimento”. L'idea ad esempio che più aumenta la ricchezza più essa ha una ricaduta benefica su tutti. Ma non è così. Si può leggera a riguardo la parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro (Lc 16, 19-31). Il ricco Epulone ha continuato a mangiare, a circondarsi di adulatori e profittatori, ma ha continuato a ignorare tutto ciò che non era funzionale al suo guadagno, a non lasciare al povero Lazzaro nemmeno le briciole. Ma poi, perché lasciare solo le briciole e non condividere i beni per rendere più degna la vita di tutti?
Riflettendo sulla forza oscura della natura che si manifestava ad Antiochia con continui terremoti, Giovanni Crisostomo notava come tra le macerie il ricco Epulone stringeva tra le mani - e anche dentro di sé - solo delle ragnatele ('Discorsi sul povero Lazzaro', Città Nuova, a cura di Massimiliano Signifredi). A questo porta volere possedere la vita degli altri, prevaricare in modo sottile, cioè ignorando chi sta alla porta (il vicino di casa o anche chi chiede aiuto dal mare, prima di un porto), non prendendosi cura, come si legge nei Profeti, dell'orfano e della vedova.