La piccola Olimpiade
“Se esco in aperta campagna ecco le vittime della spada. Se entro nella città, ecco chi muore di fame”, scrive il profeta Geremia (Ger. 14). “Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!”
È uno scenario che lascia sconcertati e costernati, tanto che anche il profeta e il sacerdote “si aggirano per la regione, senza comprendere”. Ed è quello che accade anche oggi, nel campo della storia e in quello del cuore dove la zizzania sembra soffocare il grano.
C'era un campo dove i bambini drusi giocavano nel Golan, nel villaggio di Majdal Shams, e lì sono stati devastati da un razzo lanciato da adulti, che non sapevano e non sanno cos'è la pace né la vogliono e negano un futuro a coloro stessi che dicono di voler difendere. La piccola Olimpiade di quei bambini è finita così. Non ci possiamo abituare alla morte dei piccoli, quale che sia la loro nazionalità; non c'è alcuna giustificazione per nessuno, ora che "l'innocenza reclama almeno un'eco" (Luzi)