Grosseto, Prato, Firenze. Cambiamenti nella geografia pastorale
La nomina di mons. Agostinelli a nuovo vescovo di Prato suscita la domanda su chi è candidato alla guida della diocesi da Grosseto da lui guidata in questi anni. Ma forse prima di questo passaggio, andrebbe sottolineato il lavoro pastorale condotto da Gastone Simoni, che lascia la diocesi pratese dopo che Benedetto XVI ha accolto le sue dimissioni. Simoni ha operato da una parte in un'area strategica, in un laboratorio faticoso del meticciato tra italiani e cinesi in particolare. Don Milani immaginava che i cinesi avrebbero rievangelizzato la Toscana alla fine del terzo millennio ed invece la sua profezia è stata per molti versi anticipata. Nella scorsa primavera i cattolici cinesi hanno condotto una missione nella città. Simoni, che ha promosso l'azione liturgica in lingua cinese, ha individuato e percorso questa tappa con previsione. Quello che accade a Prato, anche sotto questo profilo, avrà ripercussioni nel breve e medio periodo anche su Firenze, dove da tempo don Giovanni Momigli, a San Donnino, promuove un'attenta opera di sensibilizzazione e integrazione. D'altra parte Simoni si è preoccupato del rapporto tra fede e politica studiando le strade per scongiurare i rischi di irrilevanza della cultura cattolica nel sistema bipolare che la vezzeggia ma non si lascia interrogare. Dunque a Prato va Agostinelli, ma chi andrà a Grosseto? Si è riproposta, in modo scontato, l'idea che il candidato sia il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago. Ma pare proprio che non sia così. Fonti autorevoli dicono che entro un anno avrà un nuovo incarico pastorale, ma con un'altra destinazione.