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Dalla Puglia al Garda il rosato fa tendenza

di Marco Nannetti

L’ESTATE è l’occasione migliore per bere vini rosati, freschi e profumati. Si servono alla temperatura dei bianchi ma in molti casi hanno le caratteristiche dei grandi rossi. Eccellenti come aperitivo, si abbinano sia al pesce che alla carne. Finalmente è stata superata la convinzione che il rosato fosse un vino ‘sbagliato’, in realtà è il frutto di una lavorazione di alta tecnologia e oggi è di grande tendenza. Ma come spesso accade quando una moda esplode, è concreto il rischio che tutti comincino a produrre vini rosati anche se non tutte le uve rosse sono adatte ad una vinificazione così soffice da produrre vini con una tonalità di colore così esclusiva. In particolare la regione produttrice di rosati storici è la Puglia: Negroamaro e Primitivo sono uve perfette per dare vita a rosati d’autore dal bellissimo colore rosso ciliegia tendente al violaceo. Altre regioni con ottimi vini rosati sono la Sicilia con l’uva Nero d’Avola, Cerasuolo di Vittoria o Frappato e l’Abruzzo con Montepulciano d’Abruzzo che si trasforma in Cerasuolo d’Abruzzo. Notevoli anche il Cirò rosato, il Chiaretto del Garda, il Lagrein Dunkel che si trasforma in Kretz e i grandi vini bordolesi prodotti a Bolgheri (Cabernet sauvignon, Merlot, Syrah). Da non dimenticare i vini della nostra regione con alcuni Lambrusco vinificati in rosa o Sangiovese che danno veramente un aiuto alla grande squadra degli eccellenti vini rosati italiani. Prosit

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