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Prosit. L’Aglianico, il Barolo del Sud

di Marco Nannetti

AGLIANICO, vitigno di gran classe. Ha trovato il suo habitat naturale nelle terre del Sud ma è molto simile al Nebbiolo e ai suoi derivati che personalmente amo tantissimo, Barolo e Barbaresco. La prima caratteristica che li rende molto simili è che entrambi non amano distaccarsi dalle terre natali e quindi risultano essere difficilmente riproducibili in altre regioni ma, ancora più importante, è che non tollerano climi e terreni di paesi esteri dove si sa, sono sempre pronti a scimmiottare i nostri prodotti. La produzione prevalente dell’Aglianico è in Campania nella zona del Taburno e di Avellino dove nasce il grande Taurasi che altro non è che Aglianico in purezza. Quello che preferisco, però, proviene dalla Basilicata: l’Aglianico del Vulture. Qui hanno creduto sempre in questo vitigno arrivato dalla Grecia e posizionato in collina a circa 500m in terreno tutt’altro che facile, vulcanico, minerale e con molta pendenza. L’Aglianico è un vitigno di spessore, longevo, tannico, di grande profondità cromatica che offre il meglio dopo un lungo percorso di maturazione; è ottimo anche vinificato in rosa e interessanti risultano alcune sperimentazioni nella versione vinificata in bianco e poi spumantizzata. E’ stato anche testato con maturazione in botte piccola per forzarne l’invecchiamento, ma il risultato è stato modesto. La coltivazione è ammessa anche in Puglia e Abruzzo ma per ora sono state fatte solo sperimentazioni. Prosit.

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