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di CiBo

Miglior spumante? Il Nebbiolo

di MARCO NANNETTI

LO TSUNAMI delle bollicine che ha invaso l’Italia e non solo, è stato generato da due nomi: Prosecco e Franciacorta. Il primo spesso viene utilizzato come sinonimo generico di spumante, infatti per molti bere bollicine di qualsiasi tipologia vuol dire bere Prosecco mentre per Franciacorta s’intende una marca e si dimentica che indica anche un territorio in provincia di Brescia dove 120 aziende producono vino esclusivamente con il metodo classico (mi raccomando non usare la parola spumante, i franciacortini non vogliono). Oltre alla necessità d’identificare un vino con bollicine con nome e cognome appropriati, è opportuno allargare la conoscenza alle altre zone di produzione. In Piemonte per esempio si trovano ottimi vitigni da spumantizzare: Chardonnay, Pinot Nero e Nebbiolo che quest’anno è stato premiato come migliore spumante d’Italia. Interessante e storico è lo spumante del Trentino, senza dimenticare gli spumanti dell’Oltrepò Pavese dove i viticoltori hanno sempre creduto al vitigno Pinot Nero, sia come vinificazione in bianco sia rosé.
ENTRAMBI danno vita a ottimi spumanti con prezzi interessanti ma che trovano grande difficoltà sul mercato. Altri vitigni con una struttura in grado di reggere un metodo di spumantizzazione che duri alcuni anni di lavorazione sono il Cortese dal quale nasce il Gavi spumante, il Verdicchio, il nostro Pignoletto, il Groppello, il Lugana ma tanta varietà fa sì che per moda e per numeri molti di questi siano ingiustamente destinati a ruoli di gregari.
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