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di CiBo

Grandi piatti anche ai piccoli

di MARCO NANNETTI

CRISI nel mondo della ristorazione? Forse sì, ma cosa è stato fatto per evitarla? Abbiamo cresciuto le nuove generazioni con la cultura del ristorante nel Dna? Credo proprio di no. Ancora una volta la famiglia è chiamata in causa e se i bambini vengono cresciuti in un ambiente in cui all’alimentazione viene attribuito un valore importante così come alla scelta delle materie prime, l’attenzione sarà alta anche quando si esce e la cultura del mangiare bene diventerà un’abitudine. Anche il ristoratore potrebbe essere un importante divulgatore del ‘verbo’ gastronomico ai bambini che quando capitano al ristorante dovrebbero trovare un’attenzione non particolare ma ‘normale’ nei loro riguardi. Saranno questi i futuri clienti e metterli in secondo piano o trattarli in maniera riduttiva sia con le parole che coi fatti rinviandoli alla pagina ‘menu per bambini’ con pasta al pomodoro, pollo e patate fritte, è come tirarsi la zappa sui piedi. 

IL BAMBINO deve mangiare come l’adulto, magari con porzioni ridotte ma con preparazioni degne di un piatto da ‘grande’ così da essere partecipe paritario alla tavolata, altrimenti non ci si può scandalizzare se da maggiorenne non gradirà il locale ristorante come uscita abituale e andrà in cerca di succedanei non idonei alla nostra cultura. Perciò non ho parole per commentare il divieto d’accesso che ha esposto un ristoratore nel Bresciano ai bambini sotto i 10 anni dopo le 21 perché disturbano. L’educazione è fondamentale, ma nella mia esperienza ho incontrato più problemi con gli adulti che coi bambini. 
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