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Vino: artigianale significa emozioni e cura

di MARCO NANNETTI

UNA CAUSA importante del decadimento rilevato in alcuni casi in campo eno-alimentare è la volontà di trasferire la mentalità industriale in un settore che esiste ed eccelle solo se rimane in ambito artigianale. Il prodotto artigianale spesso viene considerato in modo riduttivo come fatto con scarsi mezzi e poco rilevante per un commercio che cerca la quantità. Al contrario, anche il prodotto che nasce da mano d’uomo può avere numeri importanti che il mercato dovrebbe assorbire in maniera idonea e remunerativa; e qui nasce la grande differenza qualitativa commerciale.
NON È corretto, come a volte accade, nascondersi dietro a mezze verità come quella dei prodotti spacciati per biologici. In molti forni si vuole fare il pane andando in laboratorio alle 5 del mattino e lasciando parte della lavorazione ‘in mano’ alle macchine, altrimenti il pane fresco alle 7 non sarebbe pronto. Così in alcuni ristoranti il cuoco, che non timbra il cartellino prima delle 10, affida alle macchine molte procedure, altrimenti a mezzogiorno non si mangerebbe. E anche l’enologia porge il fianco a questo andazzo: per esempio la vendemmia, oppure quella pratica delicatissima come la potatura sono diventate automatizzate. E’ evidente che il sistema meccanizzato è utile per velocizzare, moltiplicare i pezzi, ridurre i costi e tante altre cose, ma rischia di creare prodotti senza originalità, con poco carattere. Artigianalità significa cura, testa, cuore, emozioni. Due mondi all’opposto. Prosit.

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