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Prosit: il destino dei nomi

di Marco Nannetti

Bologna 15 dicembre 2014 - Si potrebbe dire che la toponomastica (studio del nome proprio geografico) batte l’ampelografia (studio e classificazione dei vitigni). Già con il caso Friulano/Ungherese, il nome della città di Tokay vinse sul nome storico del vitigno Tocai Friulano con il conseguente risultato della scomparsa del nome Tocai sull’etichetta dei vini friulani sostituita di comune accordo con la dicitura “Friulano”. Dopo alcuni anni sembra che la stessa disputa, questa volta tutta giocata in casa, abbia lo stesso esito, cioè che il Nobile di Montepulciano vino toscano della zona di Montepulciano ottenuto da uva sangiovese, potrà mantenere il nome Montepulciano a discapito del vino Montepulciano d’Abruzzo. E ciò è interessante poiché radicare sempre di più il vino ad un territorio può aiutare a far leva sull’indotto turistico.

Il cambiamento provocherà sicuramente qualche scompenso di marketing, infatti assimilare dopo tanto tempo un nome nuovo sarà motivo di campagne pubblicitarie e di presentazioni mirate nelle varie manifestazioni, ma certamente il pubblico enologico è molto attento. Il nome Franciacorta dieci anni fa non si sapeva neanche cosa fosse e adesso è uno slang sulla bocca di tutti. A proposito anche nella nostra zona si narra ci sia stato un tentativo di scippo del vitigno principe Pignoletto, ma fortunatamente una piccola frazione dei Colli Bolognesi è denominata proprio Pignoletto e questo ci permette di avere il nostro vitigno al sicuro, come in cassaforte. Prosit!

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