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di CiBo

La Frasca, la patina della tradizione si rinnova

"VUOI incontrare giovani del posto e contemporaneamente scoprire il fascino delle osterie bolognesi?". Se una guida turistica dovesse segnalare La Frasca, probabilmente scriverebbe queste parole, perché la sua essenza è davvero questa, dopo 35 anni di vita che festeggia proprio quest’anno: tavoli baciati dalla patina, atmosfera ferma nel tempo e un pienone di giovani ‘locals’ che la sera si ritrova tra le sue mura per bere birra e chiacchierare. Ma c’è anche un terzo motivo che rende l’osteria di via Andrea Costa interessante e si tratta della cucina. Fino all’anno passato il menu proponeva cavalli di battaglia super-tradizionali quali le tagliatelle con ragù (tutto fatto artigianalmente, chiaro), lo stufato salsiccia e patate o la cotoletta alla bolognese.
DA QUALCHE settimana è stato introdotto anche il menu vegetariano e vegano, che ripropone i piatti simbolo della nostra cucina con la revisione degli ingredienti. E quindi la cotoletta, impanata nella farina di ceci e fritta, diventa di seitan e la fetta di prosciutto di mopur (un prodotto ottenuto dalla lavorazione di glutine di frumento, farina di legumi, olio, acqua e lievito naturale).
La tagliatella è condita con il ragù di soia e lo stufato, ma anche la carbonara o la gramigna si vestono vegan. Questa interessante rivoluzione l’ha portata Stefano Orlandi, 38 anni, dal 2006 proprietario della Frasca con la passione della birra artigianale ma anche classica (15 etichette) che porta avanti la storia cominciata da Pino Berti e proseguita da Gabriele Barsanti.

Benedetta Cucci

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