Tagliatelle e stinco: c’è gusto e il prezzo è giusto
Bologna, 4 febbraio 2015 - Quando un locale funziona si vede a occhio nudo. Cinquanta persone già sedute ai tavoli pochi minuti dopo mezzogiorno. Il parcheggio costantemente pieno. Un vecchio artigiano che nel vicino laboratorio si porta un panino e una birra da casa, quando sa che qui sono chiusi. Dal 1957 la trattoria Berti è a Ponte Rizzoli, nel cuore di un interessante giacimento di ristoranti e tavole calde attraversato dagli Stradelli Guelfi. Palazzina anonima, due sale ampie e sobrie accanto al bar, condizionatori molto utili in estate, arredi del secolo scorso in puro stile Aiazzone, tovaglie e coprimacchia di cotone, tovaglioli di carta. Gestione familiare giunta alla terza generazione con gli attuali titolari, i fratelli William e Manuela Marmi. Clientela quasi tutta maschile, jeans e tute da lavoraccio, ma anche qualche giacca e cravatta, e due eleganti ragazze che si scambiano battute in inglese. Lo sterminato menù affisso all’esterno può trarre in inganno chi non legge fino in fondo: è un elenco di piatti che prima o poi si potrebbero trovare.
Quelli davvero disponibili sono descritti in una lavagna interna che ogni giorno cambia da cima a fondo. Cinque primi sui 5 euro, nove secondi da 5 a 7,50. Su molti tavoli verdeggiano discrete tagliatelle all’ortica, con un ragù classico o di solo maiale (in entrambi i casi gradevole e senza eccessi oleosi). Ricette semplici, non solo emiliane, più o meno riuscite. Tortelloni di fresca ricotta, salsiccia ai ferri e stinco appetitosi, un migliorabile baccalà in umido, un corretto vitello tonnato. La carta dei vini è poco più di un telegramma: otto rossi e sette bianchi, quasi tutti a 12 euro. Ma le preferenze in sala vanno quasi sempre agli sfusi, bianchi e rossi da battaglia, a tre euro e mezzo al litro. Servizio allenato agli alti regimi. Carrello dei dolci con un buon budino su mascarpone. Poi, tutti in coda alla cassa. Sotto gli occhi ironici di Sergio, decano della trattoria, la stampante spara fatture a raffica, come una mitraglietta Skorpion. Ma è caricata a salve: conto onestissimo.
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Mauro Bassini