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La Centrifuga tra vegan e vecchi banconi

di BENEDETTA CUCCI

L’invasione dei posti vegetariani, vegani, bio e km0 è appena cominciata. L’eredità arriva da lontano, ma l’attenzione per la salute e i generi alimentari è un lascito del 2014 che ha visto spuntare parecchi nuovi luoghi del cibo nelle declinazioni più varie. Tra questi c’è Centrifuga, che a Bologna chiameremmo ‘baretto’ perché è piccino e con poche cose ma fondamentali. In verità, qui si aspira a una proposta ben più ampia e complessa, visto che Totò, il proprietario, presenta cose buone per la colazione, il pranzo e la merenda. Chi ci va alla mattina, deve sapere che non c’è il cappuccino, però, nel senso che il caffè si fa ma non la schiuma (per il momento). Chi va a pranzo, in questi giorni freddi, potrà scaldarsi con la poesia di due piatti tra cui una zuppa o un secondo. Molto buoni la crema di patate, funghi e grano saraceno e lo straccetto di seitan con carciofi, aneto e zenzero preparati nei bollitori di ferro neri che si iniziano a vedere in giro in posti come questo, devoti al naturale. Bella scelta di dolcetti che, pur essendo vegan (purtroppo non è un luogo comune pensare che vegan equivalga e bruttino: nonostante l’avvento di blogger bravi e divertenti, c’è ancora chi si ostina a pensare che bruttino sia sinonimo di sano), hanno un aspetto molto carino e sono gustosi, anche per celiaci. Sul bancone – ricavato da una credenza della nonna napoletana da Totò, che qui dentro ha fatto tutto recuperando molte cose e inserendo le mitiche cassettine in legno – ci sono tanti dolcetti e cake in cui perdersi. Ah, poi, naturalmente ci sono i centrifugati.

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