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di CiBo

Osteria Il Ramandolo, nel piatto esuberanza e tradizione

di BENEDETTA CUCCI

NON ci si capita per caso al Ramandolo. O meglio: se un sabato o una domenica mattina, oppure un pomeriggio della settimana siete stati a visitare la mostra del fotografo Emil Otto Hoppé – peraltro consigliatissima – alla Fondazione Mast in via Speranza e, uscendo, vi siete messi a cercare un posto dove mangiare, ecco, probabilmente ci siete arrivati per caso, lì dove si appoggia il Reno e dove finisce via della Guardia. Da queste parti l’atmosfera è ferma nel tempo. E certamente, entrando all’Osteria che si chiama come il celebre vino della provincia di Udine, il vostro viaggio proseguirà semplicemente appoggiando lo sguardo sulle tende di cotone bianco e ricami d’inizio Novecento o riflettendo la vostra immagine nel grande specchio che, vanitoso, si prende tutta l’attenzione. Poi, però, sedendovi al tavolo in legno, tra una parete carica di pentole Cousances in ghisa e un mobile ravvivato da suppellettili cuciniere agée, ecco che ritornerete come d’incanto al presente: basterà una breve lettura del delizioso e conciso menu, costruito su ricette dal gusto contemporaneo ma radicate nella tradizione.
COSÌ va la cucina al Ramandolo. Esuberante, tradizionale, intrigante e piena di fuori programma. Misto di pesce, polpo con finocchietto in citronette di agrumi, baccalà su letto di lenticchie, sarde in saor, ecco gli antipasti. E poi i primi: maltagliati con gamberoni e pesto di rucola e spaghetti tonno Colimena, capperi e limone bio (ma ci sono anche tortelloni e tagliatelle).Tra i secondi fritto di pesce e cotoletta di vitello e poi i dolci, con un mascarpone da urlo.

OSTERIA IL RAMANDOLO
Via della Guardia 30, Bologna
Tel. 051-0566271
Aperto da mercoledì a sabato
dalle 19,30 alle 22,30
Sabato e domenica
dalle 12,30 alle 14,30

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