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di CiBo

Ebbrezza da paragone

di MARCO NANNETTI

IL CHIACCHIERICCIO che si sta radicando nel parlare degli appassionati di vino in questi giorni è che per la prima volta il vino bandiera italiano, il prosecco, ha battuto come quantità di bottiglie vendute il mitico champagne. Che in giro per il mondo si stia bevendo italiano (con aumenti in doppia cifra nell’esportazione) è una notizia di cui essere fieri, ma analizzando questo risultato a me pare chiaro che i due prodotti non si possono equiparare, sono completamente diversi. Dunque perché fare parallelismi? E’ come se i pastai della Campania annunciassero che si consumano più spaghetti che tortellini. Oppure, tornando in enologia, è come comparare la vendita del lambrusco con quella del bordeaux, è un’equazione senza senso. Il prosecco è un frizzante/spumante che si produce in pochi mesi mentre per una bottiglia di champagne servono almeno tre anni: un prosecco ha un costo medio per bottiglia di 7/10 euro contro una media per uno champagne di 30/45 euro. Se proprio si volesse fare un confronto anche se irriverente, lo champagne si potrebbe paragonare al nostro metodo classico, come il franciacorta, il trento dop, l’oltrepo pavese, ma qui prendiamo cappotto poiché noi ne produciamo circa trenta milioni e di champagne quest’anno se ne sono vendute ben trecentoseimila milioni di bottiglie. L’ultima cosa che vorrei fare è dare una mano ai cugini francesi, ma credo che in questo caso sia meglio lasciar perdere e godere semplicemente del fatto che il nostro prosecco stia conquistando il mercato mondiale. Prosit

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