Ma che Fermento c’è in Bolognina
di BENEDETTA CUCCI
IL SUO NOME è già uno slogan e la consapevolezza sociale del quartiere è un passo più in là. Ecco la conferma di come la nascita di un bar può cambiare la vita di una strada e avere ripercussioni interessanti su tutta la comunità. E’ nato da poco più di una settimana Fermento, caffè-enoteca in via Serra, e il giro di persone della zona si è allargato. Si vedono facce tipiche da centro città, da zona universitaria, da bohème esistenziale urbana. Forse gioventù di Bolognina, forse residente oltre il ponte Matteotti direzione Due Torri, fatto sta che la visione di questo nuovo locale aperto da tre fratelli tarantini con l’amore per uno stile di frontiera che mescola il passato col presente e ama ricercare tra etichette di birre e vini di nicchia, sta entusiasmando. E la frase «c’è Fermento in Bolognina» è sulla bocca di tutti. Incorniciata visivamente da quelle cementine blu, marsala e bianche, riportate in vita da un bel lavoro di recupero architettonico. DA FERMENTO – lo dico piano ma al momento è davvero il più bel bar della città – si fa colazione dalle 8 di mattina con eccellenti paste anche per vegani e il cappuccino anche di soia, si pranza, si fa merenda e si arriva alla sera quando si può scegliere tra cocktail e whiskey. Passate davanti alle tre vetrine, date un’occhiata e scegliete il vostro tavolo: c’è quello vicino al muro dal mattone vivo, quello rettangolare con le seggioline vinaccia oppure ci sono due poltrone in pelle e davvero, da queste parti la poltrona nel bar non la si era mai vista.