Prosit, vitigni perduti e ritrovati
di MARCO NANNETTI
MI PIACE approfondire l’argomento dei vitigni ‘desaparecidos’: quelli che che, senza un particolare motivo, non vengono più coltivati. Uno di questi è il francese Malbech che con il Cabernet Sauvignon/Franc e il Merlot formava la triade ideale per la produzione dei grandi vini di Bordeaux. Poi, dopo l’attacco della filossera, in Europa è stato quasi abbandonato ed è ‘emigrato’ in Argentina dove è diventato il vino più significativo del paese. E’ dotato di una grande resistenza, tanto che anche piantato ad alta quota è riuscito a dar vita a un prodotto molto interessante, vellutato e meno aggressivo, pur essendo la tannicità sempre una sua peculiarità.
MOLTO consumato in America, ora anche l’Italia e la Spagna lo stanno rivalutando ottenendo risultati eccellenti. Un altro vitigno snobbato per tanto tempo è il Tannat, abbandonato per la sua durezza di tannino e la potente acidità. Adesso qualche bottiglia al cento per cento Tannat si comincia a trovare: è un vino di grande personalità ad un prezzo molto economico. Altri vini che stanno ‘risorgendo’ grazie a produttori temerari sono il Timorasso, bianco con una longevità pari solo a qualche bianco borgognone, il Pelaverga, vino rosso di media estrazione come colore ma fantastico in abbinamento ai salumi e il Gamba di Pernice che viene ‘nascosto’ dalla Doc Calosso, antichissimo ma dimenticato che dà origine a vini rossi di grande immediatezza. Prosit