Prosit, il giusto nome dei colori
di MARCO NANNETTI
IL COLORE del vino ancora un tabù? Spero proprio di no, anche se alcuni concetti del passato sono così radicati da far parte ancora oggi dello slang enologico. Il vino si considera bianco o nero, ma in realtà didatticamente parlando è giallo, rosso oppure rosato. Mentre il termine «rosso» è abbastanza acquisito, credo che mai il vino bianco verrà comunemente denominato ‘giallo’. Pure io fatico a dirlo anche se il termine sarebbe quello corretto.
In effetti la moltitudine di persone iscritta ai corsi per sommelier impara a descrivere il colore dei vini bianchi con la terminologia della scala cromatica del giallo poiché anche questi vini hanno una colorazione proveniente da pigmenti e a seconda del tipo di vinificazione si ottengono tonalità che vanno dal giallo verdolino al giallo paglierino, dorato e ambrato.
COSÌ IL vino rosso, che prende il suo colore da antociani e tannini contenuti nella buccia degli acini e avrà, a seconda del tipo di vinificazione e del periodo d’invecchiamento, intensità e sfumature molto differenti: rosso porpora, rubino, granato, aranciato. I mezzo a questi due c’è anche il colore rosato che tengo per l’ennesima volta a precisare, non si ottiene dalla mescolanza di vini bianchi e vini rossi, pratica permessa esclusivamente per gli spumanti, ma dal tipo di vitigno e dalla vinificazione. I vini rosati, che tra l’altro apprezzo tantissimo, possono avere tonalità rosa tenue, rosa cerasuolo, rosa chiaretto. Prosit