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Marchio e territorio Il giallo del prezzo

di MARCO NANNETTI

Brand o territorio, quali sono le leve che permettono di stabilire il prezzo di una bottiglia di vino? In questo caso non esiste una sola verità poiché i fattori possono essere molteplici e questo aiuta a salvare l’apparenza quando ad esempio si vedono Chianti da cinque euro vicino a Chianti da settanta. Ma da cosa dipende il prezzo finale? Dal modo di lavorare, dalla forza del brand (cioè del nome), dalla zona di produzione e dalla domanda del mercato. In Toscana la zona di Bolgheri produce vini che hanno una richiesta di mercato cinque volte superiore a quelli della confinante (a poche centinaia di metri) val di Cornia, ma spesso la differenza qualitativa non è così consistente. In Borgogna, addirittura una semplice strada divide i ceppi del grande Pinot nero, dai quali prendono vita i vini Domaine de la RomanéeConti che valgono migliaia di euro, dai fratelli dirimpettai valutati soli pochi euro. Com’è possibile? Nessuno reclama l’allargamento della zona di produzione, ben consapevoli che se esiste un’eccellenza anche i vicini, se si accontentano economicamente, possono esistere tranquillamente. In generale il rapporto qualità-prezzo di una bottiglia ha una logica fino ad una certa cifra, ma se si parla di bottiglie da centinaia o anche migliaia di euro la scala di valori salta ed è molto difficile dare una corrispondenza cifra-qualità: incidono la rarità, il brand, il territorio, fattori che vanno oltre l’oggettività qualitativa. Ma si tratta di esperienze “sovrannaturali”. Prosit

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