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di CiBo

Difendiamo il Pignoletto

di MARCO NANNETTI

A CHI GIOVA il continuo ampliamento delle zone di produzione di alcuni vini? Il Prosecco, che ormai si produce in quasi tutta il nord-est e il Pignoletto, che adesso si può coltivare in diverse zone dell’Emilia-Romagna, che vantaggi hanno ottenuto? Non saprei, io ero convinto che non si avesse piacere di allargare il comprensorio di produzione del Pignoletto considerato il “tesoretto” dei Colli Bolognesi che nessuno doveva toccare. Anzi, fui trattato male quando consigliai di estendere la zona fino a Castel San Pietro per poter inglobare l’azienda Cesari. Sono stato in un centro commerciale e ho visto una parete di cartoni di Pignoletto di un’azienda di Modena con un prezzo talmente basso da non coprire neppure il puro costo della bottiglia. Che disastro! Per ora l’allargamento ha creato solo confusione poiché tutto ciò che è stato studiato a tavolino per valorizzare il prodotto, in realtà non si è verificato. Probabilmente il consumatore ha bisogno di tempo per metabolizzare il cambiamento e capire bene quale bottiglia si trova davanti. Si stanno sempre più diffondendo Prosecchi di tutti i prezzi e per questo è importante accertarsi che non si tratti di uno generico, ma di Valdobbiadene. Così per il nostro caro Pignoletto è indispensabile richiedere un prodotto nato sui Colli Bolognesi, altrimenti non è detto che lo sia. Non so se in futuro le cose cambieranno, sicuramente trovare il bandolo della matassa in questo caos, in parte voluto, non sarà facile. Prosit.

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